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Sono giunte a quota 364 mila le imprese di immigrati extra Ue in Italia, pari al 6% del totale delle imprese avviate nel nostro Paese, e nel terzo trimestre 2012 sono cresciute sette volte più della media. Lo rileva Unioncamere, che oggi a Roma ha presentato i dati sull'imprenditorialità straniera e i risultati del progetto “Start it up. Nuove imprese di cittadini stranieri”, promosso in via sperimentale da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per l'inserimento economico e sociale di 400 immigrati extracomunitari.
Nel terzo trimestre 2012 le imprese extra Ue in Italia sono aumentate dell'1,4% rispetto allo stesso periodo del 2011; in media, nello stesso periodo, il numero totale delle imprese e' aumentato solo dello 0,2%. La maggior concentrazione di aziende gestite da extracomunitari si trova in Lombardia (72.770); seguono Lazio (39.189) e Toscana (36.363). I titolari sono per lo piu' marocchini (58.135), cinesi (42.163) o albanesi (30.580).
La maggior parte delle imprese straniere si dedica al commercio al dettaglio (117.174; 13,4% del totale) o a lavori di costruzione specializzati (66.468; 12,3%). Il 33,5% delle imprese di telecomunicazione in Italia è straniero, come lo è il 22,4% delle aziende che confezionano articoli di abbigliamento.
In 18 mesi, 434 immigrati extracomunitari hanno aderito al progetto “Start it up”, hanno beneficiato di servizi di orientamento, formazione e assistenza in 10 Camere di commercio e hanno elaborato 409 business plan. Provengono soprattutto dall'Africa Centrale (22,6%; in particolare da Senegal e Nigeria) e dall'America Latina (23,4%), Perù in primis.
Il 55% di questi potenziali imprenditori ha tra i 18 e i 35 anni, il 35% è laureto, il 61% diplomato. Il 65% cerca una realizzazione personale o una maggiore indipendenza economica. Oltre la metà (56%) intende avviare un'impresa nel settore dei servizi, il 35% nel commercio al dettaglio. “La forte propensione imprenditoriale degli immigrati - ha affermato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - va accompagnata con servizi reali in modo che nascano imprese capaci di stare sul mercato e di essere parte attiva della società civile”.