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Crescono in Germania le probabilità che per risolvere la crisi dell'euro si debba arrivare alla fine ad un referendum sull'Ue. E' quanto scrive lo 'Spiegel'. Secondo la testata tedesca, infatti, "sembra che il governo tedesco si stia preparando alla tenuta di un referendum popolare sull'Ue", in particolare dopo le ultime dichiarazioni del capogruppo liberale Rainer Bruederle.
"Si potrebbe arrivare ad un punto nel quale diventi necessario un referendum popolare sull'Europa", spiega l'esponente liberale in un'intervista al quotidiano 'Hamburger Abendblatt', aggiungendo che sarà la sentenza delle Corte Costituzionale di Karlsruhe del 12 settembre relativa alla costituzionalità del fondo salva-stati Esm a stabilire "in quali punti si sono raggiunti i limiti della Costituzione". Bruederle afferma che l'ulteriore sviluppo della crisi in corso permetterà di verificare in che misura gli Stati dell'Ue saranno chiamati a rinunciare alla propria sovranità.
Nel giugno scorso era stato il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble (Cdu) ad esprimere la convinzione che in conseguenza della crisi ai tedeschi debba essere chiesto non a lungo termine di decidere su una nuova Costituzione. Nell'esprimere la sua preferenza per una condivisione europea del debito, il presidente del partito socialdemocratico, Sigmar Gabriel, afferma che prima sia però necessario elaborare una modifica della Costituzione tedesca, da sottoporre poi a referendum popolare. Pessimista sull'evoluzione della crisi greca continua invece a dichiararsi Bruederle, secondo il quale è "preoccupante la forte tendenza a portare i capitali fuori dal Paese, in particolare da parte delle classi agiate greche".
Il vice cancelliere e ministro dell'Economia, Philipp Roesler, ribadisce che "solo chi si attiene alle regole, esercita una disciplina di bilancio ed attua sforzi di riforme può contare sulla nostra solidarietà". "L'Europa e l'euro hanno il loro prezzo, ma anche il loro valore". Il vice cancelliere liberale sottolinea che le aziende tedesche hanno tratto profitto dalla moneta unica, "per questo dobbiamo fare in modo che l'euro si conquisti nuova fiducia", poichè "solo in questo modo l'Europa rimane forte".
Nel frattempo il ministro dell'Economia bavarese, il liberale Martin Zell, chiede a italiani e spagnoli di mettere mano ai loro soldi per risolvere la crisi in cui versano i rispettivi Paesi, in cui il volume dei patrimoni privati è superiore di quattro volte al debito dello Stato. "C'è un considerevole potenziale nei Paesi indebitati ad attivarsi a casa loro, prima di chiedere soldi ai tedeschi", spiega Zell in un'intervista alla 'Passauer Neue Pressè, poiché "con titoli forzosi rimborsabili per i propri cittadini questi Paesi potrebbero risolvere la loro crisi del debito". è necessario, ribadisce Zell, "tirare in ballo prima i propri cittadini per il risanamento del Paese", poiché il ricorso al fondo salva-stati "altro non è se non un prestito obbligazionario forzato per i contribuenti tedeschi".