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“Chiediamo alla Regione Puglia di ritirare il ricorso al Tar con cui ha impugnato il Dpcm sul piano ambientale, e al ministro Calenda di non congelare le trattative in corso su Ilva”. Lo ha detto oggi, 29 novembre, il segretario confederale della Cgil Maurizio Landini all’Assemblea nazionale della siderurgia ‘Fondiamo il futuro. La siderurgia per il lavoro, l’industria e l’ambiente’, organizzata dalla Fiom e in corso nella sede nazionale della Cgil. “La strada da seguire è quella del confronto: devono andare avanti sia la trattativa con Arcelor Mittal, sia il tavolo sull’Accordo di programma di Genova che quello territoriale in Puglia sulla questione ambientale”, sottolinea Landini, che afferma di aver “apprezzato franchezza e trasparenza del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda”, intervenuto questa mattina all’Assemblea. “L’obiettivo - continua - è di salvaguardare l’occupazione e il sistema industriale, rilanciandoli, e per affrontare la situazione che si è creata dentro e fuori gli stabilimenti, anche dal punto di vista dell’ambiente e della salute, tutti i soggetti coinvolti devono fare la loro parte e assumersi le proprie responsabilità”.
Durante l'intervento citato da Landini, Calenda ha annunciato la sospensione di tutti i tavoli della vertenza Ilva in attesa che il Tar di Lecce decida se accogliere o respingere il ricorso della Regione Puglia (presentato ieri, 28 novembre, dal governatore Michele Emiliano) e del Comune di Taranto contro il Dpcm che autorizza il Piano Ambientale di ArcelorMittal per riambientalizzare il siderurgico di Taranto. "E' inutile proseguire una trattativa finché non è chiaro il quadro del confronto. Se il Tar accogliesse il ricorso degli enti locali l'amministrazione straordinaria sarebbe obbligata a spegnere i forni del siderurgico di Taranto e fermare la produzione. Per questo ho deciso di congelare la trattativa in attesa di capire cosa succede", ha detto Calenda dal palco dell'assemblea nazionale della Cgil sull'acciaio.
Tornando all'intervento di Landini, per quanto riguarda il merito del piano industriale “continuiamo a dire a AM che vi sono alcuni nodi non convincenti - ha scandito l'ex segretario Fiom -, in quanto con una produzione a regime fino a 8 milioni di tonnellate è necessario mantenere gli attuali livelli occupazionali e non sono accettabili riduzioni salariali”. Per il segretario confederale della Cgil sul fronte del piano ambientale occorre “accelerare sugli investimenti e utilizzare le migliori tecnologie a disposizione". “Abbiamo chiesto - ribadisce infine Landini - che dentro la nuova società entri Cassa depositi e prestiti quale soggetto pubblico in grado di dare garanzie e operare controlli sugli investimenti”, e “non avremmo nulla in contrario se anche le Regioni interessate volessero entrare nella nuova società”.
La Fiom, in conclusione dell'Assemblea, ha affidato a una nota la sua posizione: il sindacato "sta con le lavoratrici e i lavoratori Ilva. A fronte della disponibilità del governo all'apertura dei tavoli confermata dagli incontri di ieri, grazie anche alle iniziative del sindacato e della Fiom in particolare che ha posto il tema dell'attivazione dei tavoli stessi, uno per Genova sull'accordo di programma e uno per Taranto sull'ambientalizzazione con la presenza di tutti i soggetti istituzionali coinvolti, sono emersi elementi positivi riguardo allo stanziamento di risorse consistenti per ambientalizzazione e decontaminazione (2,7 miliardi di euro) e per l'anticipazione della tempistica per l'avvio della copertura dei parchi dal 1° gennaio 2018. Questo - proseguono i metalmeccanici - è l'inizio di un percorso di confronto e di una calendarizzazione dei tavoli specifici che dovrà approfondire ulteriormente le questioni ambientali. Alla luce di ciò, è inopportuna la presentazione del ricorso al Tar da parte della Regione Puglia e rischia di far saltare il negoziato. La Fiom richiama tutti i soggetti al senso di responsabilità, occorre mantenere il confronto aperto sulle diverse questioni, dando continuità a quanto deciso ieri con governo, Arcelor Mittal e i commissari, definendo al più presto la calendarizzazione. La siderurgia è un asse strategico per produzione industriale del nostro Paese su cui è necessario investire".
Anche per Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia, le iniziative della Regione "rischiano di generare ulteriore allarme tra i lavoratori e nel territorio, già provati da una vertenza lunga e difficile. E’ il momento di richiamare ognuno, per le proprie responsabilità istituzionali, a scelte e azioni che non aggravino il forte disagio sociale che vive la città di Taranto. Abbiamo sempre sostenuto come fin dall’inizio questa vertenza avrebbe dovuto seguire la strada del confronto più ampio, coinvolgendo territori e parti sociali". "Anche il Dpcm sul Piano ambientale - sottolinea il dirigente sindacale - paga lo scotto di non essere stato aperto al contributo degli enti locali così come delle associazioni e dei sindacati, che pure avevano presentato osservazioni. Oggi più che mai allora - lo diciamo al presidente della Regione e al sindaco di Taranto – è il tempo della trattativa e non dei tribunali. Vanno intensificati gli sforzi affinché riprenda il confronto tra tutti i soggetti interessati e con il coinvolgimento indispensabile dei territori, che non possono essere spettatori di una partita così importante che riguarda il futuro di ventimila lavoratori, del più importante polo siderurgico, la tenuta ambientale di un territorio, la salute dei cittadini.
Ma da Emiliano, per il momento, non arrivano segnali di apertura. "Temo che questa vicenda dell'aggiudicazione dell'Ilva ad Arcelor Mittal sia tutta sbagliata. Hanno determinato una concentrazione ben superiore alla quota massima" consentita "e adesso cercano un capro espiatorio per dare la colpa del loro fallimento". Così, a Bruxelles, il presidente della Regione Puglia ha risposto ai cronisti che chiedevano un commento sul ricorso al Tar.