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Mentre in Italia " è tutta colpa del sindacato" , in Svezia il Nobel per la Pace quest' anno viene assegnato al Quartetto tunisino per il dialogo, che non è una formazione per archi, ma un accordo tra quattro organizzazioni di rappresentanza, tra cui il sindacato Uggt, l' Union gé né rale tunisienne du travail. E non è secondario che le altre tre organizzazioni siano la Confindustria tunisina (l' Utica, Union tunisienne de l' industrie, du commerce et de l' artisanat), la Lega per i diritti umani e l' Ordine tunisino degli avvocati.
Nell' assegnazione del premio al Quartetto è stato sottolineato l' importante contributo delle organizzazioni in questione nella costruzione di una democrazia pluralistica dopo la rivoluzione cosiddetta dei " gelsomini" . Un segnale che in Italia dovrebbe invitare a una riflessione. Da un lato, infatti, il Quartetto è composto da organizzazioni che rappresentano segmenti diversi della società , il lavoro, l' impresa, gli avvocati, la società civile rappresentanze diverse di interessi diversi. Dall' altro, l' obiettivo che lo stesso Quartetto si è dato è il dialogo, il confronto civile tra diverse parti per il raggiungimento di un fine comune, di un obiettivo non individuale, ma plurale più alto, la democrazia.
Due elementi che oggi in Italia non vanno molto di moda. Anzi, vengono generalmente considerati fastidiosi, inutili perdite di tempo e di energia. Non è un mistero che da noi il governo punti dritto alla disintermediazione e all' indebolimento del sindacato, mentre, al posto del dialogo e del confronto, è molto in voga la politica dell' uomo solo al comando, che considera esaustivo comunicare via twitter. Con la scelta di quest' anno, invece, Oslo ha voluto sottolineare ruolo e importanza dei corpi intermedi, del dialogo e della collaborazione per il raggiungimento di fini importanti. Non deve essersene perfettamente reso conto il premier Renzi che, appena saputa la notizia, ha salutato con un grande apprezzamento l' assegnazione del Nobel al raggruppamento del paese maghrebino. Via twitter, naturalmente.