PHOTO
Nel giorno della marcia Perugia-Assisi, che ripropone la centralità dei valori di pace e di fraternità, desidero rivolgere un caloroso saluto agli organizzatori e a tutti i partecipanti, in special modo ai giovani che esprimono la loro speranza di vedere cancellate le guerre, le violenze e le limitazioni dei diritti umani in ogni angolo del mondo.
La pace è questione che non interpella solo i vertici delle Nazioni o ristrette classi dirigenti. I popoli subiscono le conseguenze delle guerre. È da loro che può venire una nuova stagione di cooperazione, di sviluppo sostenibile, di rispetto reciproco.
Ai giovani, anzitutto, tocca far sentire la loro voce.
Vi proponete di camminare insieme per trovare una via di pace. Verso un futuro migliore. Trovare questa strada è possibile. Fermare le guerre non è solo possibile ma, anzi, è un dovere della comunità internazionale. Tante vite spezzate, tante famiglie disperate e sconvolte, tanti bambini uccisi, anche in questi giorni, scuotono la nostra coscienza. Non ci si può rassegnare alla strage e alle violenze di Aleppo.
Ognuno di noi deve chiedersi cosa può fare per fermare la morte.
Ognuno di noi è chiamato a seminare la pace, a partire dalla propria comunità.
Il mio augurio alla marcia Perugia-Assisi è che la vostra semina sia propizia, e che da domani tante persone avvertano ancor più come propria responsabilità il partecipare alla costruzione di un futuro di fraternità.
Possiamo essere certi che la crescita di questo sentimento avrà anche un’influenza positiva su tutti i governanti.
Sergio Mattarella