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Il ddl scuola diventa legge. Oggi (9 luglio) la Camera, in terza lettura, ha dato il via libera definitivo alla riforma del governo Renzi con 277 sì, 173 no e 4 astenuti. A favore hanno votato Pd, Area popolare (Ncd-Udc), Scelta civica, Pi-Cd, Psi, Minoranze linguistiche. Contrari M5s, Forza Italia, Lega, Sel, Alternativa libera, Fratelli d'Italia. In dissenso dal gruppo Gian Luigi Gigli e Mario Sberna (Pi-Cd) non hanno partecipato al voto. Carlo Galli (Pd), anche a nome anche di altri deputati democratici, ha espresso il no al provvedimento. No anche dal deputato Stefano Fassina (Misto). Filippo Fossati (Pd) ha dichiarato il "non voto" del ddl. Lo riferisce l'agenzia Dire. Al momento dell'approvazione fuori dall'aula, in piazza Montecitorio, si è alzato il coro "Vergogna, vergogna" da parte dei docenti e sindacati in presidio davanti alla Camera.
La protesta continua, anche con la riforma approvata. Tra l'altro, proprio contro il testo del ddl sono già stati annunciati molti ricorsi. Non si ferma la forte opposizione degli studenti. Nel corso della notte, l'Unione degli Studenti ha imbavagliato decine di statue romane per rimarcare come il ddl silenzi il mondo dell'istruzione e della cultura, e al tempo stesso neghi un investimento vero per garantire l'accesso ai saperi il diritto allo studio. Gli studenti annunciano una nuova ondata di mobilitazione. "La nostra democrazia è tenuta in ostaggio e l'approvazione del ddl scuola è l'emblema dell'autoritarismo del governo Renzi - si legge in una nota -. Dopo mesi di cortei, occupazioni, proposte alternative e scioperi è assurdo che non si sia fatto un passo indietro".
"Oggi è stata scritta un'ulteriore pagina nera per la nostra democrazia". Questo il primo commento del segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo. "Il governo - aggiunge -, in modo arrogante e autoritario, ha imposto l'approvazione di una legge che accentua le disuguaglianze sociali e territoriali, demolisce ulteriormente la scuola pubblica, cancella diritti e libertà, non risolve il problema della precarietà per docenti e Ata e riduce gli spazi di democrazia e partecipazione. Molte norme contenute nella legge sono di dubbia costituzionalità e anche questo aspetto andrebbe attentamente valutato prima della promulgazione della legge".
Pantaleo prosegue: "Questo governo - a suo avviso - è lontano anni luce dai problemi veri della scuola e non ha voluto aprire alcun confronto con le tante lavoratrici e lavoratori, studenti, famiglie, sindacati e associazioni che hanno presentato, con tantissime mobilitazioni importanti e dettagliate proposte, dimostrando così di essere forza maggioritaria nel respingere i contenuti della legge".
"Con questa legge si dà un colpo di grazia alla scuola di massa e si finisce per garantire un'istruzione di qualità solo ai figli dei ceti più ricchi, lasciando a tutti gli altri l'accesso ad un sapere minimale e un inserimento precoce nel mondo del lavoro, ammesso che quel lavoro ci sia. La mobilitazione continuerà con tutti i mezzi possibili per contrastare l'applicazione di una legge che riporta indietro il sistema di istruzione del nostro Paese, negando giustizia sociale e democrazia", conclude.