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Oggi, 1° giugno, è il Workers Day della Fiom. Mentre l'amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, presenta i risultati nel corso dell'Investor Day, i metalmeccanici si mobilitano in tutti gli stabilimenti Fca, Cnhi e Magneti Marelli, per ricordare che quei risultati sono stati raggiunti con il loro contributo e chiedere il miglioramento delle condizioni.
"Il Workers Day è una giornata che vogliamo dedicare ai lavoratori: i risultati che presenterà Marchionne sono stati ottenuti grazie a tutti loro". Lo afferma il segretario nazionale della Fiom responsabile del settore auto, Michele De Palma, interpellato da Rassegna Sindacale. Qualche anno fa il management dell’azienda automobilistica aveva promesso piena occupazione. "A Mirafiori e Pomigliano ci fu perfino un referendum imposto ai lavoratori – ricorda il sindacalista –: questi hanno perso pause e salario, ma in cambio non hanno gli investimenti che venivano promessi e la piena occupazione non si è vista". Oggi, in entrambi i siti, gli addetti sono in contratto di solidarietà con un numero di esuberi molto significativo.
L'obiettivo è ridare centralità al lavoro. Così De Palma: "Chiediamo un piano industriale e occupazionale con investimenti veri. Al contrario delle anticipazioni emerse sulla stampa, secondo noi anche le auto non premium devono essere prodotte negli stabilimenti italiani. Inoltre è necessario introdurre elementi di innovazione: tra questi più sicurezza, il motore ecologico – anche ibrido ed elettrico, non solo gpl metano – e le auto self drive, ovvero quelle che si pilotano da sole o con la guida assistita. Su tutte queste tecnologie dovrebbero operare i lavoratori degli enti centrali, per saturare gli stabilimenti".
Sono varie le richieste del sindacato. Adesso, con i risultati industriali raggiunti, le tute blu chiedono di ripristinare i diritti dei lavoratori, dopo anni di tagli alle pause, aumenti nei carichi di lavoro e minori salari. Il segretario generale della Fiom, Francesca Re David, ha spiegato che con la produzione in Italia dei soli modelli di lusso "sarebbe l'assoluto disastro". Sia a Pomigliano che a Torino, ha dichiarato, "non esiste nessuna possibilità di piena occupazione con l'alta gamma, che garantisce più redditività ma non occupazione. Mentre produrre anche la gamma più bassa garantisce certamente più posti di lavoro. È incredibile solo l'idea che in Italia si possa fare il polo del lusso", ha osservato, criticando la dirigenza di Fca per aver "spento" la ricerca nel nostro Paese. "Mentre negli Usa le agevolazioni avute dallo Stato sono state legate alla ricerca e all'innovazione - poi - , in Italia qualsiasi governo non ha mai chiesto conto dei piani presentati da Marchionne".
LA MOBILITAZIONE IN PUGLIA
La giornata ha visto, in Puglia, volantinaggi davanti ai cancelli con la distribuzione ai lavoratori di una pubblicazione del numero monotematico di “i-Mec”, la rivista della Fiom Cgil. Sono stati interessati dall'iniziativa i 960 dipendenti della Magneti Marelli di Bari (cui si aggiungono oltre 6 mila lavoratori dell’indotto), i 1.700 della Cnhi di Foggia e i 620 della Cnhi di Lecce (il più grande stabilimento metalmeccanico della provincia).
"E’ giusto porre all’attenzione di questo nuovo esecutivo le politiche industriali, dato che l’accordo di governo è deficitario sull’argomento", ribadisce il segretario generale della Cgil regionale Pino Gesmundo: "Il Mezzogiorno è interessato da aziende importanti che possono portare sviluppo sul territorio, per cui c’è l'urgenza di mettere al centro della discussione del dibattito nazionale e regionale politiche coerenti affinché ci sia un reale sviluppo a livello di produzione, ma che abbia ricadute per i lavoratori sul versante della buona occupazione". Giuseppe Cillis, segretario generale della Fiom Cgil Puglia, ha spiegato "come l’Investor Day di Marchionne parli esclusivamente al sistema finanziario ed è una situazione che ormai si ripete da otto anni, che ha avuto come conseguenza la riduzione dei diritti dei lavoratori, nonché il peggioramento delle condizioni dei lavoratori e la diminuzione dei salari". L'esponente sindacale, infine, rileva di "aver assistito all’azzeramento della democrazia perché negli stabilimenti Fiat d’Italia non si vota più per eleggere i rappresentanti dei lavoratori. Con il Workers Day oggi inizia la mobilitazione che deve portarci ad avere un tavolo di negoziato con la Fiat, nonché un coinvolgimento nelle trattative con il nuovo governo".
A Lecce, in particolare, si sono realizzati due volantinaggi: il primo dalle 13.30 alle 14.30, a cavallo del cambio tra il primo e il secondo turno; il secondo alla fine del turno centrale, a partire dalle 16.15. "Dal 2015, quando abbiamo eletto il Rappresentante per la sicurezza dei lavoratori, ci siamo molto impegnati a garantire un livello di sicurezza adeguato all'impegno degli operai di Lecce ottenendo i primi risultati", dice Annarita Morea, segretaria generale della Fiom provinciale. "Inoltre - aggiunge - abbiamo in più occasioni sollecitato l’azienda a migliorare la qualità della produzione e della vita dei lavoratori, segnalando le criticità esistenti e proponendo soluzioni non ancora prese in debita considerazione dal management. Continueremo per la nostra strada, facendo attività sindacale responsabile sempre a difesa dei diritti".
7 GIUGNO, ASSEMBLEA A TORINO
Il primo atto del Workers Day si è svolto giovedì 7 a Torino, con l'assemblea pubblica in piazza Castello. Da qui è partito un messaggio alla proprietà: gli obiettivi sull'occupazione sono tutt'altro che raggiunti. "A quattro anni di distanza dall'ultimo Investor Day - secondo la Fiom - gli obiettivi di valorizzazione degli assets, di aumento degli utili e dei ricavi e di progressiva cancellazione del debito industriale sono stati raggiunti. Non sono, invece, stati raggiunti gli obiettivi comunicati in tutti i piani industriali e occupazionali che si sono susseguiti, dal 2010 ad oggi. Non sono stati messi in produzione 15 modelli su 27 annunciati; sono state prodotte nel 2017 circa 750mila auto, mentre l'obiettivo era di arrivare a un milione e 400mila auto, quindi ne sono state realizzate la metà. E anche l'obiettivo della piena occupazione non è stato raggiunto". La Fiom chiede l'apertura di un tavolo nazionale unitario con la direzione del gruppo per realizzare un accordo sul piano occupazionale che rioccupi tutti investendo negli enti centrali, a partire dalla ricerca e sviluppo, fino ai reparti produttivi.
GLI ALTRI APPUNTAMENTI
Oggi (venerdì 8 giugno) va in scena la protesta in tutti gli stabilimenti del gruppo. Attesa per l'assemblea pubblica che si svolgerà a Pomigliano D'Arco, presso il Palazzo dell'Orologio dalle 9.30. "A partire da Fca Pomigliano quale futuro per l'industria metalmeccanica dell'area metropolitana di Napoli", è il titolo dell'iniziativa con Rosario Rappa, segretario generale Fiom Napoli, Walter Schiavella, segretario generale della Camera del lavoro di Napoli e Francesca Re David. Partecipano le delegate e i delegati delle aziende metalmeccaniche napoletane. I lavoratori di Fca Pomigliano da troppi anni aspettano che vengano mantenute le promesse, a cominciare dalla piena occupazione, e che alla produzione della Panda si aggiungano nuovi modelli.