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"Confermiamo il giudizio d'insufficienza, già espresso nel corso dell'audizione delle parti sociali, ed esprimiamo su molti punti preoccupazioni aggiuntive circa il rischio di un'ulteriore distanza con quanto definito dall'accordo siglato il 30 novembre scorso da governo e organizzazioni sindacali". È quanto affermano i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Franco Martini, Maurizio Bernava e Antonio Foccillo, in merito agli schemi dei decreti in materia di lavoro pubblico, assunti in via preliminare dal Consiglio dei Ministri del 23 febbraio.
"Ribadiamo che le modifiche alle norme vigenti devono rendere chiara la piena affermazione della contrattazione nel lavoro pubblico, dopo gli otto anni di blocco, attraverso l'esplicito trasferimento dalla legge alla contrattazione delle principali materie connesse alla condizione e all'organizzazione del lavoro. Perciò, l'iter che porterà all'approvazione definitiva dei provvedimenti vedrà impegnate le segreterie confederali, con le federazioni di categoria e il coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici, in un confronto con il governo e nell’interlocuzione di merito, e non formale, con le commissioni parlamentari e la Conferenza unificata per la modifica dei contenuti non ancora coerenti con gli obiettivi condivisi con l'accordo del 30 novembre", aggiungono i sindacati.
"Al tempo stesso, rinnoviamo la richiesta di una rapida apertura della stagione contrattuale, con l'emanazione degli atti d'indirizzo all’Aran, che devono a loro volta essere conformi con la medesima intesa del 30 novembre", concludono i dirigenti sindacali.