Bergamo - Con l’accordo dell’11 dicembre scorso nel Gruppo Ubi-Ubis si è conclusa la prima fase di armonizzazione e revisione del contratto integrativo aziendale. “Questa fase – informano i sindacati del gruppo in una nota unitaria – ha permesso di disciplinare istituti come buono pasto, mobilità, rimborsi chilometrici, borse di studio per i lavoratori studenti, anticipazione tfr, indennità di rischio, indennità di sostituzione, indennità di turno, agevolazioni creditizie, contributo monoreddito, contributo per familiari disabili e utilizzo auto propri per motivi di servizio”.
Questa settimana, invece, è iniziato il confronto sulla seconda fase, cioè sugli altri istituti rimanenti, in particolare su: orari di lavoro/reperibilità; permessi; borse di studio per i figli; indennità; politiche sociali (part time, smart working, fondo delle giornate solidali, pacchetto giovani, pari opportunità, permessi L. 104/92, dipendenti con disabilità superiore al 70%); welfare (previdenza complementare, assistenza sanitaria, polizza vita, polizza infortuni extra professionale); commissione mobilità; controlli a distanza; rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; relazioni industriali.
I sindacati giudicano “assolutamente insoddisfacenti” le proposte aziendali, “in particolare in tema di welfare”. “Abbiamo formulato diverse richieste su tutti gli istituti sopra elencati in una logica di armonizzazione ma, soprattutto, di rispetto per la dignità della persona con particolare riguardo alle situazioni di difficoltà (disabilità, cura, gravi situazioni personali e/o familiari), a fronte di una proposta aziendale molto attenta alla riduzione dei costi, meno alle persone”.
“La prossima settimana”, prosegue la nota unitaria, “partirà il confronto sul Premio aziendale 2016, in particolare verranno discusse le linee guida a livello di Gruppo. La trattativa proseguirà sui tavoli sindacali delle (ex)aziende del Gruppo, per quanto riguarda le banche rete ora incorporate in Ubi, e delle società prodotto. Riteniamo doveroso che venga garantito il giusto riconoscimento ai lavoratori, anche attraverso soluzioni innovative se necessario, tenuto conto delle novità in materia fiscale (tassazione separata e benefici fiscali per il welfare). Auspichiamo che UBI non intenda cercare soluzioni ‘al ribasso’, o che limitino la possibilità di scelta tra le diverse modalità di erogazione, in un momento di grandi trasformazioni e dopo l’eccezionale impegno richiesto nel corso dell’anno a tutti i colleghi”.
“Nel periodo dicembre 2016-maggio 2017 – prosegue la nota – l‘azienda ha stabilizzato 111 precari e assunto 261 lavoratori (79 a tempo determinato, 66 a tempo indeterminato, 116 apprendisti), come previsto dall’accordo di gruppo”. “Le domande di esodo residue sono 638 per le quali l’azienda ha proposto un piano con uscite dal primo settembre 2017 alle condizioni già garantite dall’accordo dell’11 dicembre 2016, e si è dichiarata disponibile a valutare la possibilità di fare accedere al fondo altri 40 colleghi, a fronte del completamento delle 1300 uscite previste dal Piano”. I sindacati auspicano “che si possa raggiungere, in tempi brevi, un’intesa complessiva ed equilibrata che contemperi le necessità aziendali e le richieste del tavolo sindacale”.