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Il patrimonio immobiliare esistente nel nostro paese è in larga parte di proprietà degli anziani. Si tratta per lo più di case vecchie, con più di 50 anni (il 54,9%), che se pur in buone condizioni hanno impianti vecchi, fuori norma in materia di sicurezza e con molte barriere architettoniche. La popolazione anziana è “ricca” di case, magari acquistate tanti anni fa, ma “povera” sul piano reddituale e dunque in difficoltà a intraprendere quegli interventi di ristrutturazione e adeguamento del proprio patrimonio in rapporto alle mutate esigenze.
Il secondo rapporto sulla condizione abitativa degli anziani che vivono in case di proprietà 2015, promosso da AeA (Abitare e Anziani), Auser e Spi Cgil sui dati Istat del censimento 2011 e che verrà presentato oggi (6 novembre) a Roma in un convegno a cui prenderanno parte Simona Mastroluca, dirigente Istat, Giordana Ferri, direttore Fondazione Housing Sociale, Gianna Fracassi, segretaria confederale Cgil, Walter Schiavella, segretario generale Fillea, Lucia Rossi, della segreteria nazionale Spi, ed Enzo Costa, presidente nazionale Auser, conferma quanto sia importante nel nostro Paese il rapporto che gli anziani hanno con la casa e denuncia gli inaccettabili ritardi della politica e delle istituzioni rispetto al progressivo e inarrestabile invecchiamento della popolazione.
I promotori della ricerca sottolineano l’urgenza di promuovere politiche abitative di lungo respiro e programmi finalizzati all’adeguamento delle abitazioni degli anziani per eliminare le barriere architettoniche, rendere più fruibili gli spazi di vita attrezzandoli di impianti domotici e di tecnologie per dare all’anziano più autonomia di vita. Un insieme di accorgimenti che potrebbe contrare il troppo spesso facile ricorso alle case di riposo, permettendo agli anziani di vivere bene nel proprio ambiente domestico il più a lungo possibile e con rilevanti benefici per la spesa pubblica e il benessere sociale. Una seconda linea d’azione suggerita dai curatori del rapporto è quella di rafforzare relazioni e servizi, tanto pubblici quanto privati, finalizzati a garantire all’anziano tutti i necessari supporti di vicinato, per sostenerlo e accompagnarlo nelle sue condizioni di salute e nel soddisfare i suoi bisogni sociali e culturali.
Una proposta concreta in realtà già c’è e l’ha messa a punto Abitare e Anziani. Si tratta del progetto “Sportello”, uno strumento capace di rispondere alla domanda di adeguamento delle condizioni abitative degli anziani e dell’accrescere dei loro bisogni e necessità collegati all’avanzare dell’età. L’idea è di realizzare un punto d’ascolto territoriale per far incontrare la domanda di supporto alla domiciliarità degli anziani e l’offerta di soluzioni disponibili nello stesso contesto, con il contributo delle istituzioni, delle associazioni di volontariato e della rete di servizi. Il progetto dovrà essere in grado di offrire un servizio di consulenza integrato su questioni che vanno dagli standard di sicurezza domestica all’assistenza socio-sanitaria, a quella legale e amministrativa. Si tratta ora di dare gambe alle idee e passare alle prime sperimentazioni sul territorio.