La Fp Cgil regionale lancia un allarme sulla situazione dei lavoratori precari della giustizia. In Veneto si tratta di 65 persone che, dopo aver perso il lavoro, operano dal 2010 negli uffici del ministero della Giustizia sempre con forme precarie e a termine. Attualmente sono tirocinanti retribuiti con 400 euro al mese (luglio e agosto ancora da pagare) e non sanno cosa sarà di loro nel prossimo futuro, quando anche l’ultimo progetto in cui sono inseriti arriverà a termine.
Il sindacato sollecita le istituzioni per una soluzione dignitosa e ricorda che questi lavoratori, abbondantemente formati, stanno sopperendo da anni alla mancanza di organico (stimata attorno al 30%) nelle cancellerie dei tribunali.
Lo spiega Assunta Motta, segretaria Fp Cgil del Veneto, che denuncia “il silenzio delle istituzioni”, mentre “in regione la situazione si aggrava”. “Abbiamo affrontato molte volte – esordisce Motta - la situazione di questi lavoratori tirocinanti impiegati presso gli uffici giudiziari: in Veneto sono circa 65 e continuano a vivere una situazione d’incertezza. Sono lavoratori provenienti da situazioni di crisi aziendali che hanno perso il lavoro, la posizione professionale, reddituale e previdenziale. Dal 2010 ad oggi con varie forme d'inserimento, tutte precarie e a termine, sono entrati a far parte dell’ufficio di processo nel ministero.
«Persone – spiega Motta – che hanno accettato di rimettersi in gioco pur di non sentirsi, ancora una volta, estromesse dal mondo del lavoro, avendo un’età per la quale sono troppo giovani per la pensione e troppo vecchie per l’attuale mercato del lavoro. Purtroppo per loro, il termine “futuro” ancora non esiste. Infatti, anche quest’anno il loro progetto sta volgendo al termine e, nonostante le nostre numerose sollecitazioni alla politica, in particolare al ministro Orlando, non ci sono segnali di fumo».
Si tratta di lavoratori ormai abbondantemente formati, impiegati presso le cancellerie, che sopperiscono, almeno in parte, alla carenza di organico del ministero - oggi stimata intorno oltre il 30% - e destinata a crescere a breve, per il prossimo pensionamento di altre unità.
«In questi ultimi mesi – prosegue Motta – in Veneto la situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che, nonostante la nostra segnalazione opportunamente fatta alla Corte d'Appello, ad oggi questi tirocinanti non hanno ancora ricevuto la corresponsione dei loro 400 euro per il lavoro svolto nei mesi di luglio e agosto. Ribadiamo ancora una volta e con forza che si tratta di lavoratori senza diritti, senza tutele, senza previdenza». «Riteniamo inaccettabile e ingiustificabile che proprio il ministero della Giustizia non mantenga gli impegni e le scadenze», conclude la nota.