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I sindacati hanno accolto la proposta del ministro dei Trasporti Graziano Delrio di discutere l'eventualità di una moratoria sugli scioperi in vista del Giubileo a Roma. Delrio ha lanciato un appello ai rappresentanti dei lavoratori affinché ci si potesse sedere intorno a un tavolo per trovare una soluzione di buon senso.
“Avevamo detto che dopo il varo della legge di Stabilità ci saremo messi intorno al tavolo per discutere del tema degli scioperi selvaggi, della regolamentazione proprio in vista del Giubileo. Ora è arrivato quel momento. Sono pronto a chiamare i sindacati per discuterne e mettere a punto un modus operandi”, ha affermato Delrio in un'intervista a 'Il Messaggero'. E i sindacati hanno risposto, dicendosi disponibili a cercare un’intesa con il dicastero, sul modello Expo, ma puntando forte sulla contrattazione.
L’obiettivo del ministro è quello di stabilire una sorta di pax sindacale, una tregua a tutto campo per evitare disagi ai cittadini romani e ai milioni di turisti che affluiranno nella Capitale salvaguardando, allo stesso tempo, i diritti dei lavoratori.
La Cgil ha detto sì, ma senza forzature legislative. La Funzione pubblica del sindacato di Corso d'Italia, infatti, vede di buon occhio un'intesa di ampio respiro, mentre l'intervento legislativo viene considerato una via impraticabile. Rossana Dettori, segretario generale della Fp, crede che serva un accordo, perché “solo con la contrattazione si possono gestire i grandi eventi”. Si è subito detto “favorevole all'iniziativa” anche Giovanni Luciano, segretario della Fit Cisl. mentre per Carmelo Barbagallo, leader della Uil, “bisogna stare attenti, è necessario evitare che vengano commessi abusi dalla controparte datoriale”.
Fin quando il papa ha annunciato il giubileo, ha infine aggiunto Paolo di Bernardino, leader della Cgil Roma e Lazio, “abbiamo chiesto all'amministrazione romana e alla Regione, oltre che alle imprese di aprire un tavolo in anticipo. Pensiamo che si importante arrivare all'avvio dell'evento con l'organizzazione del lavoro già stabilita, senza inventare leggi nuove o deroghe che limitino i diritti dei lavoratori”.