PHOTO
"In occasione della Giornata mondiale per l’aborto sicuro che si celebra il 28 settembre le scriviamo per affermare come una vera cittadinanza per donne e uomini, si può esercitare solo se vi è rispetto dei diritti sessuali e riproduttivi, diritti che vengono quotidianamente lesi per le molte violenze che si esercitano sulle donne”. Inizia così la lettera aperta che la Cgil dell’Umbria, insieme alle associazioni Laiga (Libera Associazione Italiana Ginecologi per la Applicazione della 194), Amica (Associazione Medici Italiani per la Contraccezione e l’Aborto) e Agite (Associazione Ginecologi Italiani Territoriali), indirizza al Rettore dell’Università di Perugia, Franco Moriconi.
“Crediamo - scrive la Cgil - che chi studia nell’Università di Perugia per diventare medico chirurgo, ma anche ginecologa/o, ostetrica o infermiere professionale, debba ricevere una formazione adeguata sulle varie forme di contraccezione, anche quelle più moderne ed efficaci. Abbiamo constatato come i ginecologi possano arrivare alla fine dei 5 anni di specialità senza aver mai introdotto uno IUD (spirale) o inserito/asportato un Larc (contraccezione sottocutanea)”.
"Ci risulta - prosegue il sindacato - che durante la formazione i futuri medici non hanno modo di confrontarsi con la applicazione della legge 194, che regola la tutela della gravidanza e della interruzione di gravidanza (IVG). Inoltre, poiché in nessuno degli ospedali della provincia di Perugia viene praticato l’aborto farmacologico (RU486), ci chiediamo come gli studenti possono ricevere formazione ed informazione per la gestione delle varie forme di interruzione volontarie di gravidanza”.
La Cgil ricorda come la pratica non chirurgica delle IVG, diffusa da 30 anni in tutta Europa, sia la tecnica prescelta da circa la metà delle donne liguri e dal 70% delle francesi che chiedono una IVG entro le prime settimane. In Francia come in Belgio la RU486 viene somministrata ambulatorialmente anche dai Medici di famiglia in collaborazione con gli Ospedali.
Per questo la Cgil Umbria chiede al Rettore che: "Chi studia per diventare Medico, Infermiere Professionale, Ostetrica Ginecologa/o riceva una formazione adeguata sulla completa applicazione della Legge 194 e sul come gestire le richieste delle varie forme di interruzione volontarie di gravidanza". Che "si apprendano le tecniche più moderne ed efficaci per l’aborto sicuro ed in particolare quelle relative all’uso di aborto farmacologico oltre a quello chirurgico". E ancora, "che vi sia la massima attenzione specie nei corsi per le/gli specialisti Ginecologi all’apprendimento delle tecniche di contraccezione più moderna ed adeguata alle esigenze di ognuna e inoltre vengano fornite tutte le informazioni relative ad un adeguato councelling ed appresa l’applicazione dei metodi contraccettivi di lunga durata. Infine, la Cgil chiede che vi sia adeguato Tirocinio all’interno dei consultori in modo che si apprenda come lavorare nel Territorio alla prevenzione".