Gli iscritti alla gestione separata versano un'aliquota pari rispettivamente al 30,72 e al 27,72% a seconda si tratti di collaboratori o di titolari di p.Iva.
L'aliquota dello 0,72% (inizialmente dello 0,50%) fu istituita per garantire le prestazioni di maternità, malattia, assegno al nucleo familiare per questi lavoratori; successivi decreti ministeriali predisposero i requisiti di accesso e le modalità di determinazione degli importi delle singole prestazioni: gli uni di carattere talmente stringente da scoraggiare perfino le richieste, e gli altri di entità talmente ridicola da non suscitare alcun "interesse". E' quanto dichiarano Felsa Cisl, Nidil Cgil e UilTemp, in una nota congiunta.
"Il risultato - spiegano - è purtroppo emblematico: a fronte di circa 125 milioni di euro incassati a questo scopo nel 2014, sono stati utilizzati per il pagamento delle prestazioni sociali poco meno di 50 milioni. E non è dato sapere il numero di domande respinte per carenza dei requisiti. È giunto il tempo affinché, a risorse date, si possa sia aumentare in modo significativo l’indennità di malattia sia rivedere l’accesso alle prestazioni, specie la prestazione di maternità, per agevolarne la fruizione da parte di tutti i lavoratori iscritti alla gestione separata. Ci aspettiamo una sollecita convocazione dal presidente dell’Inps Boeri, cui è stata indirizzata una richiesta d’incontro da parte di NIdiL CGIL, Felsa CISL e UILTemp", concludono.
Gestione separata Inps: sindacati, soldi ci sono ma prestazioni insufficienti
16 ottobre 2015 • 12:02