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Si è svolto nella giornata di ieri presso il ministero dello Sviluppo economico, l’incontro di verifica sul Protocollo di intesa per l’area di Gela del 6/11/2014, presente il Viceministro Bellanova, le istituzioni Locali (Regione Sicilia e Comune di Gela), Il gruppo Eni, le federazioni nazionali, regionali e territoriali Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e le strutture territoriali confederali di Cgil, Cisl e Uil. Lo rendono noto i sindacati, in una nota congiunta.
L’incontro si colloca nel programma di consultazione fra le Parti definito nel Protocollo e a valle delle mobilitazioni locali e nazionali promosse dalle Federazioni di categoria nei confronti delle scelte del gruppo Eni.
L’azienda ha presentato lo stato di attuazione del programma di investimenti di 2.2 miliardi di € previsto nell’intesa di novembre 2014 per la realizzazione del “polo green” di Gela (trasformazione raffineria tradizionale, progetto di fattibilità di produzione di lattice naturale), il potenziamento delle attività upstream onshore e offshore e la realizzazione del Safety Competence Center.
"L’avvio dei cantieri per la riconversione degli impianti tradizionali di RAGE - spiegano -, visto il ritardo dovuto alle procedure autorizzative, dovrebbe concretizzarsi a breve e successivamente al rilascio nei prossimi giorni delle autorizzazioni del Ministero per l’Ambiente sulla Valutazione di Impatto Ambientale. Il completamento del lavoro infrastrutturale, previsto a cavallo della metà del prossimo anno, permetterà l’avvio delle produzioni di “green diesel” con la realizzazione degli investimenti previsti pari 220 milioni".
Per quanto riguarda il potenziamento delle attività di Upstream, che prevedono un intervento di Eni di 1.8 miliardi, si è in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato sul ricorso presentato da 5 Comuni dell’area territoriale interessata (il TAR competente ha già rigettato tale ricorso) e dagli esiti del quesito referendario del 17/4 prossimo. "A tal proposito - proseguono - le federazioni Filctem/Femca e Uiltec hanno chiesto ad ENI, evitando condizionamenti derivanti dal calo del prezzo del barile di petrolio, di accelerare il lavoro preparatorio delle iniziative offshore dei giacimenti di gas metano Argo e Cassiopea per favorire una rapida applicazione del cronoprogramma ipotizzato che permetterebbe un significativo impegno occupazionale e professionale degli addetti diretti e delle attività di indotto. In ogni caso, Eni, a fronte della bocciatura di fronte al Tar del ricorso di 5 Comuni di quel territorio, può accelerare gli investimenti upstream e non lo sta facendo".
E’ stato poi presentato lo stato di avanzamento del “progetto Guayule” per la produzione di lattice naturale, che al momento riscontra la sigla di una lettera d’intenti lo scorso 4/2 tra ENI e Regione Sicilia con l’individuazione di 3 diverse aree sperimentali per la coltivazione dell’arbusto. Il piano, se si dovesse riscontrare la fattibilità delle produzioni (che prevedono una filiera corta e quindi un forte coinvolgimento dell’agricoltura locale), potrebbe avere una sua realizzazione con il conseguente avvio delle produzioni nell’arco di due anni.
L’Eni ha in seguito descritto lo studio di fattibilità in corso sulla realizzazione di una base logistica per la distribuzione del GNL per autotrazione e nautica; si è riscontrata un’interessante potenzialità nel mercato locale, che dovrebbe permettere la continuazione delle attività di progetto e con il sostegno delle Autorità Locali l’attivazione di un tavolo tecnico di sostegno all’iniziativa anche attraverso la richiesta di Fondi Europei per la realizzazione di Infrastrutture energetiche.
Sono stati inoltre illustrati i piani e lo stato di attuazione per le bonifiche previste dal Protocollo, gli impegni sull’indotto e la strutturazione delle attività di messa a regime del SafetyCompetence Center (già avviate ed in fase di realizzazione) e la volontà di ENI di individuare nell’attuale Training Center di Eni Corporate University, il polo formativo per le attività di sicurezza ed antincendio per tutti gli operatori dell’area centro meridionale. Infine Eni ha comunicato i numeri degli addetti diretti ad oggi in forza a Gela, dopo i piani riorganizzativi successivi alla sigla del Protocollo e verificati nei confronti locali: 486 in RAGE, 135 nel SCC, 110 trasferiti sul territorio nazionale nelle attività di downstream e il resto della forza trasferita ad Enimed nell’upstream.
Al termine dell’incontro il viceministro Bellanova, ha confermato l’impegno del Governo per monitorare il completamento degli obiettivi fissati nel Protocollo, di sostenere la loro realizzazione attraverso politiche attive del lavoro (formazione, riconversioni professionali, verifica condizioni complessive di tutte le imprese dell’indotto ENI) e utilizzo mirato degli ammortizzatori sociali di competenza della Regione Sicilia. Infine è stata prevista la riconvocazione del tavolo di verifica per la metà del mese di aprile.
Filctem, Femca e Uiltec infine, "pur apprezzando lo spirito della riunione, esprimono un giudizio preoccupato per le difficoltà ancora riscontrate, ad un anno e mezzo dalla firma del protocollo, da parte della amministrazioni pubbliche centrali e locali che al momento non hanno consentito il rispetto dei tempi di completamento del piano, così come condivisi negli allegati all’intesa. Analoga preoccupazione, infine, per la mancanza di una strategia complessiva anche sul versante delle protezioni sociali necessarie per accompagnare il protocollo ed i ritardi delle amministrazioni in tema di autorizzazioni. Ribadiscono inoltre la volontà di continuare l’iniziativa nei confronti dell’Eni per cambiare le scelte industriali del gruppo e promuoveranno a sostegno mobilitazioni locali e nazionali per coinvolgere il governo sulla politica industriale della compagnia energetica nazionale e sottolineare la presenza nella chimica e nelle attività del downstream e upstream", concludono.