Alle 16.30 di oggi, 31 marzo, il ministro del Mibact, Enrico Franceschini, parteciperà a una conferenza stampa, presso il complesso di Santa Maria delle Grazie, in cui presenterà un nuovo progetto di illuminazione della sala del Refettorio del Cenacolo, che ospita “L’ultima cena” di Leonardo; la realizzazione del progetto è avvenuta grazie a finanziamenti privati.
"Il ministro è in tour da tempo: taglia nastri, inaugura mostre e partecipa a convegni; in realtà, ha opportunamente lavorato e legato il proprio nome a una riforma del Mibact, concepita nell’agosto 2014 e definitivamente varata nel dicembre scorso, che, ad oggi, non solo stenta a realizzarsi, ma la cui attuazione ha, di fatto, bloccato l’attività ordinaria degli istituti del ministero", dicono i sindacati lombardi del pubblico impiego.
"La politica del ministro, fortemente condizionata dalla spending review, ha predisposto una riforma, caratterizzata da un doppio 'fatale' binario. Da una parte, tutto quello che al ministro interessa potenziare per motivi politici: valorizzazione, in quanto suscettibile, d'immediato impatto sulla fruizione e pubblicizzazione dei beni, per cui ha saputo trovare finanziamenti, istituti e norme apposite nei due decreti legge da lui varati. Dall'altra, il rimanente apparato, la maggior parte della struttura di tutela e conservazione e il suo personale, per i quali ha lasciato operare senza freni e senza riguardi la mannaia dei tagli lineari", dicono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil pa.
"In realtà, la macchina organizzativa del ministero, da dicembre ad oggi è ferma, completamente impreparata a fronteggiare i numeri della ristrutturazione: nella nostra regione, in particolare, un organico complessivo di 780 addetti, dimezzato negli ultimi otto anni, dovrà consentire l’aperture di tre nuovi Istituti. Infatti, in Lombardia la riforma ha determinato: la riduzione, da quattro a due, degli istituti di tutela territoriale, finalizzati all’intervento sui beni architettonici, paesaggistici e storico-artistici. Ad oggi, la macchina organizzativa non è in grado di garantire un organico certo a questi Istituti, e agita lo spauracchio della mobilità del personale sul territorio", proseguono Cgil, Cisl e Uil lombardi di categoria.
"La costituzione del Polo museale regionale (che riunisce otto dei musei di maggior rilevanza in Lombardia, tra cui il Cenacolo Vinciano, la Rocca Scaligera e il Museo archeologico di Sirmione), che al momento può contare esclusivamente sul proprio direttore, ospitato in un istituto soppresso, senza una struttura amministrativa e senza personale. La virtuale implementazione di due musei, a cui la riforma ha donato l’autonomia amministrativa, Brera e il Palazzo Ducale di Mantova, in attesa di definizione, dal punto di vista delle risorse umane e strumentali, e che, nelle more della tanto pubblicizzata procedura concorsuale internazionale, sono senza neppure il direttore", sostengono ancora Fp Cgil, Cisl Fp e Uil pa.
"Inoltre, è ferma è la programmazione delle risorse economiche per il funzionamento e per i lavori di restauro. Ad oggi, nessuna attività di valorizzazione è stata programmata, in forma coordinata, per tutto il periodo di Expo: le iniziative in via di definizione sono attuate con il contributo di sponsorizzazioni, o nella maggior parte dei casi si limitano ad iniziative a carattere locale", aggiungono i sindacati.
"Quali che fossero le intenzioni del ministro, l’effetto di una riforma che redistribuisce ruoli, competenze e persone mentre taglia i fondi secondo la logica della spending review, non può essere che uno: un balletto di poltrone, una danza di etichette, un calo di funzionalità e di efficienza. Franceschini ha comunicato ai sindacati che non riuscirà a trovare il tempo d'incontrarli per discutere di questi temi. I dipendenti del Mibact in Lombardia gli consegneranno, oggi, una prima documentazione sui gravi rischi che il perdurare di tale condizione di stagnazione, la scelta di lasciare nella precarietà presìdi istituzionali di tutela e conservazione, per un tempo che al momento appare ancora indefinito, ha già generato", concludono i confederali di categoria.
Fp Lombardia: il ministro Franceschini e la riforma che non c'è
31 marzo 2015 • 00:00