Il tentativo di sostituire il ccnl dei lavoratori di Forestas con un eventuale contratto di comparto rischia di trasformarsi in un boomerang per gli stessi forestali, cui sono già garantiti strumenti, regole e risorse certe per operare nel loro settore di riferimento. È l’allarme lanciato dalla Flai Sardegna, che da anni si batte per far rispettare il contratto dei forestali, anche dopo che la Regione, già nella scorsa legislatura, aveva tentato d'indebolirlo, bloccando, allo scopo di risparmiare, gli aumenti salariali sancìti dalla contrattazione nazionale di comparto e applicando, maldestramente, il blocco della contrattazione del pubblico impiego.
Quella decisione aveva portato l’allora Ente foreste a chiedere indietro parti di stipendio, già ricevute dai lavoratori. “Un’ingiustizia che abbiamo contrastato con tre scioperi e con azioni legali”, afferma la segretaria Flai, Anna Rita Poddesu, ricordando che “quella vicenda si è oggi risolta sul piano politico nel modo auspicato dal sindacato: dopo un confronto con il ministero della Funzione pubblica e la Ragioneria generale dello Stato, qualche giorno fa, il Consiglio ha approvato il disegno di legge presentato dalla Giunta, che riconosce a tutti i forestali l’applicazione del contratto stilato nel 2010-12 - quello cui era stato applicato il blocco -, sancendo sin da ora la regolarità dei futuri aumenti contrattuali, che saranno previsti dal rinnovo imminente della sua parte economica.
Ed è anche per questo che la discussione intorno ad altre proposte di legge, diametralmente opposte a quella appena approvata, appare paradossale: si vuole cancellare il contratto dei forestali per assimilarli alle regole dei dipendenti regionali, promettendo imprecisate condizioni di miglior favore, che vengono però smentite dai fatti: “Come spiegare altrimenti l’affermazione secondo cui il tutto avverrebbe a costo zero? – si chiede la sindacalista –. E in ogni caso, perché chiedere all’Inps di applicare comunque la previdenza agricola in luogo di quella pubblica?. Ciò dimostra l’incoerenza di chi propone un diverso contratto, per poi modularlo in base alle convenienze di bilancio”.
C’è da dire, poi, che anche sulla questione dei lavoratori precari, che va risolta nella direzione già avviata, ma non ancora conclusa della stabilizzazione, è stato chiesto un parere all’Inps: "In tale ambito, si vorrebbe che l’istituto di previdenza garantisse l’applicazione della disoccupazione agricola. Un altro paradosso, che svela ulteriori rischi a danno dei lavoratori: perché pretendere un istituto che riguarda il contratto collettivo dei forestali, quando nello stesso tempo si tenta di negarlo con l’applicazione di un altro contratto? E in ogni caso, è un tentativo malcelato di bloccare le stabilizzazioni?", domanda l'esponente Cgil.
Secondo la Flai, sarebbe molto più utile cercare di risolvere i problemi organizzativi e di funzionamento dell’agenzia Forestas, di cui non sono certo responsabili i lavoratori e il loro contratto. Perché sarebbe come dire, che se c’è un problema nel trasporto pubblico locale, lo si può risolvere cambiando l’inquadramento contrattuale degli autisti: “È un paragone evidentemente forzato – precisa la dirigente sindacale –, ma spiega quanto sia fuorviante pensare di risolvere le criticità di un sistema, sottraendo ai lavoratori il quadro di riferimento contrattuale nazionale e collettivo al quale appartengono”.