Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil siciliane annunciano l’autoconvocazione dei loro gruppi dirigenti alla Regione per il 15 giugno, a partire dalle 10, fino a quando non ci saranno passi concreti sulla strada del riordino del settore forestale e per quanto riguarda il rinnovo del contratto integrativo. In un documento inviato al presidente della giunta, agli assessori competenti e ai dirigenti, i tre segretari generali Alfio Mannino, Calogero Cipriano e Antonino Marino riepilogano lo stato del negoziato sui due argomenti, che ha visto registrare qualche passo avanti in tema di contratto, ma lo stallo invece, per quanto riguarda il riordino del settore. I sindacati ricordano di stare affrontando nella trattativa temi cruciali, come l’equiparazione della paga dei forestali siciliani a quella dei lavoratori del resto del Paese, ma anche altre questioni finalizzate a migliorare la qualità del lavoro.
“Entro quindici giorni – sostengono i dirigenti sindacali –, chiediamo la convocazione del tavolo in plenaria per sottoscrivere l’ipotesi di accordo”. Sul riordino della forestazione, il 22 marzo scorso i sindacati hanno presentato al governo un documento con le loro proposte, senza avere fino a oggi alcun riscontro. “Una politica forestale inadeguata – scrivono nella nota al governo – sta causando danni alla Sicilia: il grande patrimonio boschivo regionale va difeso e valorizzato, contribuendo così anche al rilancio dell’economia di tante aree dell’isola”.
I sindacati chiedono l’allargamento delle competenze in materia di salvaguardia del territorio e della prevenzione del dissesto idrogeologico; la divisione di competenze e graduatorie, ai fini dell’avviamento, tra azienda e servizio antincendio; l’accelerazione dei percorsi finalizzati alla maggiore stabilità dei lavoratori, attraverso il turn over e il reimpiego del monte ore di coloro che usciranno dal settore; la continuazione del modello distrettuale delle graduatorie.
“La gestione quotidiana – concludono i sindacalisti – è oggi sempre più insostenibile, con continui ritardi nei pagamenti, mancato rispetto delle norme contrattuali, specie da parte del comando, confusione sulle risorse effettivamente disponibili per le garanzie occupazionali. Tutto ciò, si somma ai ritardi nell’avvio dei lavori necessari per la difesa del patrimonio boschivo, che seguono le dinamiche politiche anzichè le fasi colturali”. Le tre sigle definiscono la situazione “intollerabile” e si dicono pronte a ulteriori azioni di lotta, in assenza di soluzioni.