“L'intervento sul sistema fiscale, la cosiddetta flat tax, rischia di produrre una profonda iniquità, che si somma alle già grandi diseguaglianze di questi anni”. A dirlo è il segretario della Cgil di Bologna Maurizio Lunghi, precisando che la misura “non toglie ai più ricchi, anzi li favorisce ulteriormente con l'effetto di aumentare le diseguaglianze esistenti e con l'unico risultato di aumentare la quantità dei ricchi stessi”. Il prelievo fiscale sulle persone fisiche, l'Irpef, già oggi “è estremamente concentrato sui redditi da lavoro dipendente e da pensione e sulle fasce medie della popolazione”, provocando la “fortissima polarizzazione tra ricchi e poveri, e lo scivolamento dei ceti medi verso una sempre maggiore povertà”. Per Lunghi, “i soldi vanno presi dove sono. Sono nei grandi patrimoni, nel commercio elettronico, nelle attività svolte in Italia dalle multinazionali, nell'evasione fiscale. E, invece, si mette in atto un condono che risponde a esigenze di cassa e di consenso, ma non di giustizia, né di finanziamento del welfare universale”.
“Dobbiamo stanare le reali intenzioni di questo governo su materie fondamentali come la riforma della legge Fornero, verificare la coerenza tra le cose dette in campagna elettorale e la reale volontà di attuarle”, continua Lunghi, sottolineando che “adesso spetta a noi far vivere nei luoghi di lavoro i contenuti delle nostre richieste al governo, e se occorre, per ottenere un tavolo, mobilitiamoci. Facciamolo, i tempi sono maturi. In un paese dove si trovano i soldi per salvare le banche, ci si dimentica dei cittadini in difficoltà senza un lavoro, senza un reddito decente”. Il segretario generale della Cgil bolognese critica anche “il reddito di cittadinanza”, che “proprio per il nome che porta rischia di produrre pasticci, di coprire il grigio-scuro del mondo del lavoro, addirittura di creare discriminazioni razziali con conseguenze gravi e inaccettabili”. In conclusione, Lunghi afferma che “per fare questa manovra, smaccatamente elettoralistica, che guarda alle elezioni europee e a quelle regionali e nei nostri Comuni, il governo prende le risorse bloccando le grandi opere di cui il paese ha urgente bisogno, i fondi per le periferie, la manutenzione del territorio. Nel frattempo crollano ponti e si moltiplicano le situazioni a rischio idrogeologico e continuano gli infortuni mortali sul lavoro, spesso perché non ci sono i controlli e appunto le risorse”.