Oggi si è svolto l'incontro richiesto dalle organizzazioni sindacali al ministero dello Sviluppo economico, dopo l'annuncio fatto a Helsinki dalla Nokia sul piano di ristrutturazione che dovrebbe prevedere in Italia 219 esuberi, da gestire entro il 2017. La direzione italiana del gruppo ha confermato quanto già prospettato in Finlandia, e le parti si sono riaggiornate al 23 maggio per un nuovo rendez vous.
Secondo Roberta Turi, segretaria nazionale della Fiom, "è necessario che Nokia, prima di parlare di tagli, chiarisca qual è il suo piano industriale e che il Governo si faccia parte attiva nei confronti dell'azienda per evitare ulteriori riduzioni di personale, che negli anni scorsi hanno già profondamente ridotto il perimetro di Alcatel Lucent e di Nokia, garantendo l'attuale assetto industriale".
"Ancora una volta, siamo di fronte a un'azienda dell'Ict che delocalizza attività – conclude la dirigente sindacale –, e decide di ridurre la sua presenza in un Paese che sta investendo proprio nella banda ultralarga e nella digitalizzazione. Per questo, riteniamo il piano inaccettabile, chiediamo alla multinazionale di evitare azioni unilaterali e al Governo d'impedire la dispersione di competenze qualificate".
Attualmente, Alcatel Lucent e Nokia contano circa 1.400 addetti, ma con l'indotto si arriva a quasi duemila unità; aziende importanti, frutto di esternalizzazioni, come Flextronics e Sm Optics, sono legate a doppio filo alla multinazionale finlandese, per la quale svolgono la maggior parte delle attività.