Vanno a rilento i lavori del Policlinico di Palermo. Dopo due anni, è stato realizzato solo il 37% dell’opera. E così 20 dipendenti, su 66, dell’impresa Sikelia di Santa Venerina e 20, su 43, della Policlinico scarl di Catania, dal 2 marzo saranno messi in cassa integrazione. Lo comunica la Fillea di Palermo, che oggi ha verificato il mancato avanzamento dei lavori in cantiere. Le sigle delle costruzioni di Cgil, Cisl e Uil sono state convocate stamattina al Policlinico dalle due aziende, e hanno sottoscritto un accordo per la cig di 40 operai, a rotazione. “Con la firma, abbiamo scongiurato il licenziamento – dichiara Totò Bono, della Fillea di Palermo –. Ci faremo promotori di una richiesta d'incontro congiunto con i vertici dell’università e il direttore generale dell’azienda sanitaria per chiedere di accelerare la consegna della restante parte dei lavori, e far sì che il disagio degli operai e dell’utenza sia al più presto ridotto al minimo. In tal modo, si aprirebbe la possibilità di nuove assunzioni per far respirare un settore completamente in ginocchio. All’inizio, per quest’opera, era prevista una forza lavoro media di 100 operai. Oggi al lavoro ce ne sono solo 65”.
      
La fine dei lavori era fissata per agosto 2015: manca all’appello il 63% dell’opera. “Non si riesce a seguire il cronoprogramma del contratto, perché l’università e l’azienda tardano ancora a consegnare alcuni padiglioni. I lavori per realizzare il cunicolo tecnologico sotterraneo, che nel piano collega i reparti di radiologia e ortopedia, non sono ancora iniziati perché l’area d'intervento non è stata consegnata. L’azienda ospedaliera è in difficoltà per i disagi, che per le utenze esterne comporterebbero una chiusura al traffico interno dei viali del Policlinico della durata di un mese”, prosegue Bono. 

Il padiglione di medicina legale, da ristrutturare integralmente, è  stato completato solo per metà: l’altro 50% non è stata ancora svuotato e assegnato all’impresa, e l’opera è in stand by. Il padiglione di oculistica era stato  consegnato all’impresa a ottobre 2013: i  lavori sono stati sospesi dopo un mese e riconsegnati a marzo 2014. “Da allora, è stato fatto ben poco. Da quel che abbiamo appreso oggi, non sono state ancora liberate tre stanze che usano i medici e che hanno resistenza a lasciare. Il pronto soccorso, edificio  di nuova costruzione, attende il collaudo sismico per essere completato e rifinito. Si tratta dell’organizzazione, da parte dell’università, di una simulazione di una scossa sismica dell’ottavo grado. E anche il collaudo ritarda. Tutte le altre aree, che fanno parte del 60% mancante dell’opera, non sono state affidate. Dunque, pur volendo fare un miracolo, difficilmente i lavori potranno essere completati ad agosto”, conclude Bono.