"Nonostante le parole, le promesse, i proclami, ci troviamo ancora una volta a dover fare i conti con un quadro disastroso per il comparto edile di Capitanata. La recessione, il dilagare del lavoro nero, l'illegalità e la progressiva contrazione degli investimenti continuano a pesare sul settore edile frenandone il rilancio. In base ai dati forniti dalla Cassa edile, in un controllo effettuato sui dati di massa salari e ore lavorate, risulta un calo del 7% rispetto a un anno fa". Questo, il bilancio del primo semestre 2017 tracciato da Juri Galasso, Urbano Falcone e Giovanni Tarantella, rispettivamente segretari generali di Feneal, Filca e Fillea. Crisi confermata dai numeri dall'osservatorio Cassa edile di Capitanata.
In particolare, i sindacati delle costruzioni puntano il dito su appalti e lavori pubblici: “In base alle cifre dell’Anagrafe delle opere incompiute del ministero delle Infrastrutture, rimarcati qualche giorno fa anche dall’Ance Puglia, sono 87, secondo dati aggiornati a fine 2016, le opere non terminate in Puglia. Solo quattro in meno rispetto al 2015, con un fabbisogno stimato di 146 milioni per il completamento dei lavori, a fronte di un investimento pubblico, al momento bloccato, di 239 milioni. La Capitanata, in questa speciale classifica, detiene addirittura il primato negativo di 25 opere incompiute: prima tra le province pugliesi".
Per i dirigenti sindacali, “comuni, la Provincia, Regione, Arca (ex Iacp) hanno del tutto derogato a quel ruolo propulsivo, di stimolo e proposta, che ha costituito per decenni la molla trainante del settore edile e, in definitiva, dei principali processi di sviluppo del territorio. Occorre tornare a programmare e concertare. In tale quadro così complesso, i sindacati hanno improntato la loro attività ponendo sempre come obiettivi prioritari la tutela dei livelli occupazionali, della legalità, della sicurezza e della trasparenza, a difesa del welfare e della rete di tutele sociali, i diritti per il rilancio del territorio.
"Sotto questo profilo, va rimarcata l'importanza del terzo Tour Ase per la sicurezza sui luoghi di lavoro (da poco concluso), l'impulso alla riforma degli enti bilaterali, le continue sollecitazioni agli enti locali per dare nuova spinta al settore, l'impegno per le infrastrutture strategiche (e tra queste, in particolare potenziamento e messa in sicurezza SS16 e raddoppio Foggia-Termoli) , il completamento delle grandi opere incompiute e per l'ammodernamento della viabilità provinciale e regionale – aggiungono le tre sigle di categoria –. Continueremo, responsabilmente, a svolgere un ruolo di proposta, di attori di primo piano dello sviluppo. Pronti, però, a scendere in piazza, se da settembre le risposte di governo, Regione ed enti locali non saranno all'altezza della complessità della situazione che stiamo vivendo".
"Siamo, come sempre, in prima fila nella lotta al lavoro nero – proseguono i tre leader sindacali –. Ma riteniamo si debba fare di più, in tema di controlli e di interazioni sinergiche tra le istituzioni. Così com'è indispensabile porre al centro dell'azione la tutela della trasparenza nel sistema degli appalti. Per tali ragioni, avvieremo a breve un confronto con gli enti locali per avviare i cantieri già appaltati e ridare forza a programmazione e concertazione".
Ma per i tre sindacalisti, "c'è anche un altro aspetto da evidenziare. Gli enti locali devono fare il salto di qualità, recuperando centralità nei processi di sviluppo e rilanciando progettualità innovative, in grado di far fare il salto di qualità a tutto il territorio. In definitiva, è arrivato il momento di rilanciare la concertazione, di elaborare sinergie interistituzionali di ampio respiro. Non possiamo attendere passivamente che la crisi passi, mietendo altre vittime. Dobbiamo essere tutti pronti a fare la nostra parte nell'interesse della Capitanata".