Le condizioni di lavoro in Amazon, il licenziamento di Marika all’Ikea, la questione del lavoro domenicale e festivo nel commercio, il rinnovo del contratto, per il quale i sindacati di categoria hanno indetto uno sciopero nazionale nella grande distribuzione per il 22 dicembre. Questi, gli argomenti dell’intervista di oggi di RadioArticolo1 a Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale Filcams.

“La multinazionale del commercio via internet continua a dichiararsi disponibile, però nei fatti si muove in modo opposto e la trattativa sulle condizioni di lavoro non si è avviata – ha detto la dirigente sindacale –. Tuttora vige un’incomunicabilità assoluta, ovviamente non da parte nostra, che stiamo cercando il dialogo, ma da parte di Amazon che non vuole assumersi alcun impegno per stabilire e strutturare un sistema di relazioni sindacali, abituata com’è a gestirsi attraverso un rapporto diretto con i lavoratori. Continueremo a incalzarla su questo terreno, e nel frattempo stiamo parlando con rappresentanti sindacali e lavoratori in un’ottica di condivisione dei problemi, riproclamando lo stato di agitazione e non escludendo a breve un ricorso a un nuovo blocco di attività. Prevediamo un lungo braccio di ferro con l’azienda, finché non capirà che è nell’interesse di ambedue le parti arrivare a un confronto costruttivo”.

 

“La vicenda di Marika è stata ed è tuttora molto sofferta, e la nostra battaglia a tutela della lavoratrice, così come quella delle altre organizzazioni sindacali, prosegue per rivendicare la ricostituzione del rapporto di lavoro, interrotto con il licenziamento da parte dell’azienda dopo oltre 17 anni di servizio – ha continuato l’esponente Cgil –, oltrechè con la nostra vicinanza sul piano umano. Quanto accaduto, ripropone e mette in luce in maniera evidente le tante situazioni di disagio e di difficoltà che vivono le donne nel terziario, soprattutto sotto il profilo della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Credo che questo caso disattenda del tutto l’immagine che avevamo di Ikea, sotto il profilo della contrattazione, ma anche del richiamo a un modello sociale all’insegna del rispetto delle persone, delle condizioni e della qualità del lavoro”.           

“La festa non si vende è slogan antico quanto attuale – ha proseguito la leader Filcams –. Perché il disagio che lavoratrici e lavoratori hanno in tutto il commercio scaturisce da una legislazione che permette e prevede di poter essere aperti tutti i giorni dell’anno, domenica e festivi inclusi, oltrechè da una liberalizzazione totale degli orari h24, che non ha prodotto effetti benefici sul mercato né tantomeno ha migliorato le condizioni di milioni di addetti del settore. Apprezziamo la sensibilità di esponenti politici, a partire dall’onorevole Di Maio, ma su questo tema ci mobilitiamo da anni, abbiamo lanciato petizioni, raccolto firme e fatto audizioni per modificare la legge Monti sulle liberalizzazioni, ma non c’è la volontà di affrontare la questione. E anche questo sarà un Natale sprecato non tentativo di cercare di cambiare quel testo di legge. E non credo che il problema lo si possa risolvere spostandosi sull’e-commerce, anche se questo implica un diverso approccio al tema, ma non ne cambia la catena di distribuzione che c’è dietro quel prodotto che si acquista dal divano di casa con un semplice click. La questione della legge sbagliata va prima o poi affrontata in qualche modo”.       

“Per quanto riguarda il rinnovo della grande distribuzione, così come quello della distribuzione cooperativa, entrambi fermi da oltre quattro anni, siamo in una situazione complicata. Le due vertenze non sono esattamente uguali, perché quella della Coop sostanzialmente non è mai decollata e non ha prodotto risultati – ha concluso la sindacalista –, ostinandosi la nostra controparte nel rivendicare il recupero di un gap di competitività con le altre imprese del settore privato concorrente, con una proposta mirata a diminuire, se non cancellare, quel patrimonio di tutele e condizioni oggi presenti all’interno del ccnl. Provocazione inaccettabile per noi, in particolare sul fronte della decurtazione della malattia del lavoratore. Sul versante della grande distribuzione organizzata, il negoziato si è interrotto da più di un anno, con le aziende associate a Federdistribuzione che hanno deciso di non applicare alcun contratto, cosa incomprensibile, nel quadro delle regole che governano i rapporti con i lavoratori e anche il sistema di concorrenza tra imprese. Nei fatti, decidono unilateralmente quando e come erogare trattamenti economici in modo diretto, comportamento anch’esso al di fuori della normalità. Ragion per cui, abbiamo chiesto ai lavoratori di scendere di nuovo in piazza”.