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Il movimento Fightfor15, diventato famoso negli ultimi anni per la diffusione della campagna per il riconoscimento dei salario minimo per il lavoratori dei fast food, è ufficialmente entrato a far parte di Seiu, il più grande sindacato americano dei servizi. "Un cambiamento importante - commenta in una nota la Filcams Cgil - che modifica lo scenario di una mobilitazione divenuta internazionale che ha esteso anche ad altri settori il riconoscimento di un salario minimo".
“Fightfor15 ha avuto il merito di portare un tema, quello del salario minimo, nel dibattito presidenziale”, afferma Massimo Frattini, coordinatore, per il sindacato mondiale Iuf, dei settori Hrt (hotels, restaurant , tourism) in questi giorni a Detroit per la Convention Seiu.
“Una battaglia da sempre appoggiata dal sindacato americano”, prosegue Frattini, “ che si è impegnato per far approvare in diversi stati e diversi settori, una legge per approvare i 15 dollari l’ora, rivolta non più solo ai lavoratori dei fast food, ma anche i lavoratori degli aeroporti, della sanità, della cura della persona”. Altro obiettivo per Seiu è il riconoscimento del diritto a iscriversi al sindacato senza paura di ritorsioni, in Usa ancora molto ostacolato.
Il 23 maggio, ha preso parte alla convention Hillary Clinton. La candidata alle presidenziali americane ha ribadito il suo impegno verso i lavoratori svantaggiati e le minoranze - etniche, di genere o religiose – e ha pubblicamente appoggiato il riconoscimento del salario minimo, al contrario dell’altro candidato Donald Trump, che vorrebbe abolire il salario minino per una maggiore contrattazione individuale per un paese, a suo parere, più competitivo.
“Per noi, la convention di un sindacato membro, è un momento democratico importante”, prosegue il funzionario sindacale dello Iuf, “cosi come è importante la campagna Fightfor15 perché ha evidenziato un problema comune in tanti settori”.
Per oggi (25 maggio), a Chicago, è stata organizzato un presidio davanti all’assemblea degli azionisti di McDonald’s, al quale sono attese più di 10mila persone per protestare contro gli atteggiamenti arroganti della catena di fast food nei confronti dei lavoratori.