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Non c'è pace per i lavoratori Fiat. La notizia della cassa integrazione a Pomigliano (due settimane a fine agosto) arriva pochi minuti dopo quella dello sciopero a Cassino, dove gli operai incrociano le braccia per otto ore nello stabilimento ciociaro di Piedimonte San Germano. La protesta è scattata questa mattina per contestare l'ipotesi di accorpamento della fabbrica con Pomigliano (che a quanto pare non se la passa benissimo) e per chiedere all'azienda torinese interventi e investimenti per assicurare lo sviluppo del più grande stabilimento del Lazio con i suoi 3.900 dipendenti oltre ai circa seimila dell'indotto.
A proclamare lo stop è la Fiom, che nel pomeriggio terrà una manifestazione di protesta nella piazza del municipio di Piedimonte San Germano per dire no alla chiusura della fabbrica (duemila esuberi) e chiedere interventi di rilancio: dalla fine del 2010, infatti, c'è una linea di produzione ferma e, secondo i sindacati, si va avanti con attività a scartamento ridotto.
Nel frattempo dal Lingotto arrivano pessime notizie. "In Italia il mercato, che si posiziona oggi sui livelli del 1979, sta penalizzando Fiat soprattutto nel segmento delle city car dove, con Panda e 500, detiene circa il 60 per cento di quota. L'equilibrio fra produzione e domanda è stato realizzato con periodici ricorsi a sospensioni della produzione nei vari stabilimenti con utilizzo della cassa integrazione".
I dati del mercato automobilistico europeo (-6,30 per cento nel primo semestre dell'anno) e di quello italiano in particolare (-24,4 per cento a giugno e -19,7 per cento nel primo semestre) confermano dunque che la crisi delle vendite non accenna a fermarsi. E a rimetterci potrebbe essere proprio lo stabilimento campano.
Infine la tegola su Pomigliano. È in salita produttiva dall'inizio dell'anno e fino a oggi - sottolinea la casa torinese - non era stato necessario alcun intervento. Oggi, però, "la situazione impone di ridurre la produzione per evitare inutili e costosi accumuli di vetture. Dopo la chiusura estiva la fabbrica si fermerà per due settimane, dal 20 al 31 agosto. Nei prossimi mesi la situazione sarà oggetto di continuo monitoraggio".