"E' indispensabile il contributo e la volontà di tutti i soggetti interessati per assicurare le necessarie garanzie di saturazione degli stabilimenti e l'utilizzo flessibile degli impianti e della manodopera". E' quanto avrebbe detto la Fiat ai sindacati dei metalmeccanici in occasione dell'incontro sul piano 2010-2014 del Lingotto. Lo riferisce l'agenzia Apcom.
Per la Fiom Cgil permangono "distanze ancora forti", ma da parte delle tute blu Cgil "non ci sono comunque pregiudiziali". Lo ha detto il segretario nazionale auto della Fiom, Enzo Masini, uscendo dalla sede Fiat di Roma. "La lista delle richieste della Fiat è molto lunga - ha detto Masini - e riguarda i turni di lavoro, gli straordinari obbligatori e lo spostamento dei lavoratori da un reparto all'altro. Inoltre - ha aggiunto - c'è anche una forzatura da parte dell'azienda sulle sanzioni".
In particolare, ha spiegato il sindacalista, la Fiat avrebbe chiesto di prevedere delle sanzioni se parti dell'accordo non dovessero essere attuate: le sanzioni verrebbero inflitte sia al lavoratore sia alle organizzazioni sindacali. "Questa è una difficoltà in più rispetto al negoziato. Non vorremmo introdurre delle modifiche sostanziali alla legislazione sul lavoro proprio a partire dalla più grande azienda del Paese. Dobbiamo riflettere" ha detto il sindacalista ricordando che rispetto al piano annunciato a dicembre dalla Fiat a palazzo Chigi il nuovo piano di Marchionne va considerato come un piano di sviluppo.
"Guardiamo con favore a questo piano ma dobbiamo trovare insieme delle soluzioni, bisogna guardare anche alle esigenze dei lavoratori e non solo dell'impresa. Non siamo nelle condizioni di chiedere aumenti salariali ma non si possono peggiorare le condizioni dei lavoratori. Pensiamo valga la pena di stare un giorno in più in trattativa ma non far esplodere gli stabilimenti".
Masini ha inoltre annunciato che per quanto riguarda la trattativa che il 4 maggio partirà a Pomigliano, la Fiom intende convocare un'assemblea il giorno prima per illustrare ai lavoratori le richieste della Fiat di cui i lavoratori, che sono in cassa integrazione, non possono essere a conoscenza.
Tuttavia, Masini ha escluso che la Fiom possa dare il proprio consenso a un accordo-quadro, come richiesto dall’Azienda, in presenza della progettata chiusura di due stabilimenti: la Cnh di Imola (Bologna) e la Fiat auto di Termini Imerese (Palermo).
"Rispetto ai problemi che si pongono col nuovo piano industriale - ha affermato Masini - è quindi secondo noi più logico affrontarli con una serie di trattative di stabilimento. Trattative che potranno avere successo se la Fiat non si presenterà al tavolo elencando una lunga serie di soluzioni, ma dicendo quali sono i problemi rispetto ai quali intende cercare soluzioni adeguate con i sindacati".
“Bisogna sempre ricordarsi - ha concluso Masini - che, in concreto, negli stabilimenti ci sono i lavoratori e che quello che serve anche all’Azienda, in ultima analisi, è il loro consenso. La Fiat deve sapere che ipotesi di peggioramento delle condizioni dei lavoratori, oltre a essere per noi inaccettabili, possono rivelarsi, come l’esperienza insegna, non praticabili.”
Fiat: Fiom, distanze forti ma non pregiudiziali
28 aprile 2010 • 00:00