“Questa volta ha ragione Moretti. E non sarà l’invocare ulteriori liberalizzazioni a dare un treno in più ai pendolari italiani. Anzi, ad essere onesti, all’origine di buona parte dei guai odierni è proprio il modo con il quale è stata concepita la liberalizzazione del servizio ferroviario nel nostro paese”. Così Fabrizio Solari, segretario confederale della Cgil con delega ai trasporti e alle grandi reti infrastrutturali.

“Se ci si affida esclusivamente al mercato – prosegue Solari – possono accadere cose contrarie al buon senso oltre che all’interesse generale. L’assurdo di questa situazione è che l’ingresso di nuovi soggetti (Ntv) e le conseguenti contromisure adottate da Trenitalia per difendere la propria quota di mercato, fa crescere l’offerta nell’alta velocità esattamente in una fase nella quale la domanda, a causa della crisi economica, ristagna o tende a calare”.

“Al contrario nel trasporto locale – spiega il dirigente della Cgil – la crisi fa lievitare la domanda nel mentre si diminuisce l’offerta, per non parlare dei livelli qualitativi spesso lontani dalla decenza. All’epoca delle liberalizzazioni tutto ciò era stato denunciato, avevamo proposto di porre a carico delle tratte ad alta redditività una quota di finanziamento a favore delle tratte locali. Doveva valere per tutti, per Trenitalia e per qualunque altro operatore, quindi non rendeva impossibile la liberalizzazione del settore”.

In assenza di un robusto elemento di regolazione di questo tipo, è evidente che Trenitalia sceglie di rispondere alla sfida competitiva nelle tratte in cui essa effettivamente si esercita.

 A questo punto, senza un sostegno diretto della fiscalità generale, i servizi locali rischiano una ulteriore penalizzazione in termini di quantità oltre che di qualità. Un fenomeno analogo è già accaduto nel trasporto merci su ferro, dove addirittura ad essere incentivato con soldi pubblici è il trasporto su gomma, con buona pace del “riequilibrio modale” invocato in ogni sede.

“Tutto ciò non avviene per caso – conclude Solari – è la conseguenza diretta di una scelta politica. Ribadisco, non della scelta della liberalizzazione, ma del modo con il quale si è inteso attuarla. Occorre aggiungere che su tutto il settore (ferro e gomma) grava un pesantissimo ritardo nel rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro. La situazione è vicina al punto di non ritorno ed è urgentissima la convocazione di un tavolo da parte del governo con le organizzazioni sindacali le Regioni per dare risposte credibili”.