Sciopero unitario con adesione totale, dalle 14.30 fino alla fine del turno di oggi, allo stabilimento di Anzola Emilia (Bo) e nella sede bolognese della Fabbri, il celebre marchio di amarene sciroppate con circa 140 dipendenti, per il rinnovo del contratto integrativo aziendale. Lavoratrici e lavoratori si sono riuniti in assemblea, prima di incontrare il sindaco e il capogruppo di maggioranza in Consiglio comunale di Anzola, a cui hanno chiesto l'impegno del Consiglio a discutere un ordine del giorno di solidarietà.

"La vertenza è iniziata alla fine del 2013, e resta a tutt'oggi aperta a causa della mancanza di volontà politica dell'azienda, che pretenderebbe di decidere la delegazione sindacale che deve sedersi al tavolo, e di vincolare a ciò la conclusione positiva della confronto. Negli ultimi tempi, la proprietà è giunta addirittura a offrire un premio annuo pari a 3.000 euro per lavoratore, se i dipendenti avessero accettato di 'togliere di mezzo' i sindacati dalla discussione per il rinnovo", spiegano Flai, Fai e Uila di Bologna in un comunicato congiunto. 

"Le lavoratrici e i lavoratori hanno rigettato fermamente questa impostazione, rivendicando invece il diritto al rinnovo del proprio contratto, e la libertà di decidere autonomamente la composizione della delegazione sindacale. Il paradosso di questa vicenda si è raggiunto, però, nell'incontro del 22 giugno, quando, a fronte di una discussione aperta da oltre un anno, la direzione aziendale ha sostenuto che l'apertura del confronto per il rinnovo del contratto nazionale impedisce il prosieguo della trattativa sul piano aziendale", rilevano ancora le tre sigle dell'agroindustria.