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Inizia a Torino il 12 maggio il processo Eternit bis, con l’avvio della prima udienza preliminare del giudizio per le morti provocate dalla multinazionale dell’amianto. Il nuovo procedimento, che riguarda il decesso di 258 persone per malattie asbesto-correlate, prende il via a poco più di 6 mesi dalla sentenza della Cassazione che ha annullato per prescrizione la condanna inflitta in primo e secondo grado all’imprenditore Stephan Schmidheiny per disastro ambientale.
In questo caso, i pubblici ministeri Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace contestano al magnate svizzero il reato di omicidio volontario, che si sarebbe protratto fino al 2014 nelle zone in cui sorgevano gli impianti Eternit di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli, con le aggravanti di aver commesso il fatto per “mero fine di lucro’’ e ‘‘con mezzo insidioso’’, perché avrebbe omesso l’informazione sui rischi a lavoratori e cittadini e promosso, al contrario, una ‘‘sistematica e prolungata’’ opera di disinformazione.
A pochi giorni dalla partenza del nuovo processo, l’Afeva, l’Associazione famigliari vittime amianto, ricorda “l’impegno assunto dal primo ministro Renzi, durante gli incontri a Roma successivi alla vergognosa sentenza della Cassazione, di costituire questa volta come parte civile anche lo Stato, al quale ribadiamo la nostra annosa richiesta di svolgere un ruolo attivo e di coordinamento di tutte le parti civili, al fine di attivare tutte le iniziative occorrenti per ottenere giustizia, prima di tutto per le vittime, sia in sede penale che in sede civile”.