"C'è da restare sconcertati, oltre che indignati, di fronte alla ennesima offesa nei confronti delle vittime della fibra killer dell'amianto, dei tanti lavoratori morti per mesotelioma e dei tanti ancora superstiti, ma affetti da questa terribile malattia - abitanti e familiari morti per contagio -, delle innumerevoli famiglie, che riponevano e continuano ad avere fiducia nella giustizia e nello Stato". Giovanni Sannino, segretario generale Fillea Campania, interviene sulla vicenda Eternit e, in particolare, sulla 'retrocessione' dell'accusa, da omicidio volontario a omicidio colposo, nei confronti del magnate svizzero, Stephan Schmidheiny, verso il quale, secondo il dirigente sindacale, si mostra "incomprensibile indulgenza, essendo responsabile moralmente, storicamente e fattualmente di migliaia di omicidi di lavoratori nelle sue fabbriche di amianto, che oltretutto ha ricavato profitto a buon mercato".
"Solo le maglie della giustizia – aggiunge il sindacalista – non si sono chiuse per la giusta sanzione per il padrone dell' amianto. Prima con la prescrizione a Bagnoli, dove ci sono state 540 vittime accertate e una devastazione ambientale inaudita, nel primo processo, poi capovolta nell'appello. Poi, con la prescrizione tombale del processo in Cassazione, con una sentenza a dir poco discutibile. Adesso, derubricando il reato da omicidio volontario a colposo e spacchettando il processo in quattro tronconi, con i problemi che questo implica. È un modo come un altro per farla passare liscia al principale responsabile di tanto lutto e dolore. L'unica 'soddisfazione' rimane il rinvio a giudizio deciso dal Gup, che ci consente di affermare, come sindacato e come associazione 'Mai più amianto', sorta a Bagnoli qualche anno fa, che non lasceremo nulla d'intentato per ottenere giustizia e dignità".