È stata siglata il 14 giugno a Bologna la proroga dell’accordo sulla gestione del lavoro domenicale in una serie di supermercati Esselunga. Nella provincia di Bergamo l’intesa coinvolgerà i punti vendita di Curno e di via Corridoni a Bergamo, con i loro circa 350 lavoratori, in attesa di definire altri “accordi di negozio” per Nembro, Stezzano e Bergamo San Bernardino. A rappresentare la Filcams provinciale alla firma hanno partecipato il segretario generale Mario Colleoni e Roberto Lazzari, delegato sindacale di Esselunga Curno.
“Innanzitutto l’intesa conferma il principio solidaristico che consentirà ai lavoratori con domenica obbligatoria di avere fino a 6 domeniche libere in un anno” ha spiegato Colleoni. “Viene, poi, confermata l’esclusione dalla programmazione del lavoro domenicale di padri e madri di bambini sotto i tre anni e di lavoratori che assistono persone disabili o con patologie gravi e continuative. L’accordo continua a prevedere maggiorazioni che l’azienda si impegna a migliorare in sede di ridefinizione dell’integrativo, con sette fasce di trattamento economico (di miglior favore rispetto a quanto previsto dal Contratto nazionale) dal 30 all’80 per cento, rapportate al numero di prestazioni effettuale dalla prima alla 28 esima e oltre la 29 esima giornata lavorata”.
“In caso di assenza per malattia che impedisca l’effettuazione di una domenica in calendario, la stessa non verrà più riprogrammata” continua Colleoni. “Le assenze per infortunio e malattia superiore ai 12 giorni consecutivi saranno considerate utili ai fini del conteggio del numero delle domeniche massime lavorabili. I lavoratori part time senza obbligo di prestazione domenicale potranno concorrere alla definizione del presidio chiaramente su base volontaria”.
Con questa proroga si affida una grande responsabilità alla Rappresentanza Sindacale Unitaria e se ne potenzia il ruolo negoziale. Lo sottolinea Colleoni: “La Rsu potrà esercitare un monitoraggio completo attraverso l’acquisizione di tutti i dati necessari, nonché intervenire in caso di anomalie nella programmazione del lavoro domenicale e di problemi individuali”.
“L’eccesso di liberalizzazione, prodotto a partire dal 2011 dalle disposizioni del Governo Monti, non è utile né ai lavoratori e né al mercato, ma ha prodotto solo un peggioramento delle condizioni di lavoro delle persone” conclude Colleoni. “Accordi come questo che consentono di organizzare il lavoro domenicale non rappresentano certo la panacea di tutti i mali ma possono essere utili alla conciliazione tra vita privata e lavoro”.