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"Nessuno ci ha regalato le salvaguardie e nessuno ci regalerà l'ottava. Continueremo a lottare per questo". Lo ha detto il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, stamani (22 aprile) al presidio di Cgil, Cisl e Uil a Roma per chiedere la soluzione definitiva al nodo degli esodati e dei lavoratori precoci. Lo riportano le agenzie di stampa. "Visto che con la Fornero abbiamo dato 30 miliardi all'anno allo Stato - ha aggiunto -,come certificato dalla Corte dei Conti: vogliono anche gli spiccioli? Il fondo esodati doveva essere destinato agli esodati Il governo ha preso persino i soldi dei lavori usuranti".
Nel suo intervento, la sindacalista ha spiegato che la discussione in corso sulle pensioni "è taroccata e non è trasparente. Perché il governo non dice dove vuole arrivare? Nelle ipotesi che girano ci sono solo due punti fermi: che la flessibilità la pagano i lavoratori con un taglio all'assegno; e che si parla di banche... Ma stiamo parlando del sistema previdenziale pubblico che è un diritto". I lavoratori precoci, inoltre, "sono persone che sono andate a lavorare a 14-16 anni, non hanno studiato e stanno nelle fabbriche, nei cantieri edili, nelle case di riposo e fanno lavori pesanti, di sudore. Devono andare in pensione a 41 anni di contributi, uomini e donne,a prescindere da età e attese di vita".
Ai giovani chi ci pensa?, si è chiesta Lamonica. "Fa bene chi lancia l' allarme sulla loro futura condizione previdenziale, ma quale è l' obiettivo di questa discussione? Intanto consentiamo loro di lavorare o non ci sarà previdenza che tenga. Serve lo sblocco del turn over prima di tutto", ha concluso, chiedendo al governo di "aprire un confronto vero".
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Le foto della protesta, M.Merlini
Le rigidità e le ingiustizie della Monti-Fornero, L.Bartoli
Piccinini (Inca): pensioni, prima questione sociale
Per il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, con la mobilitazione "abbiamo ottenuto finora risultati positivi, adesso manca l'ultimo pezzo: l'ottava salvaguardia per le 24mila persone ancora escluse". Così il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli: "Il governo faccia subito la salvaguardia e poi apra un tavolo di confronto più complessivo per modificare la legge Fornero. Le risorse ci sono".
Intervistata poco prima del suo intervento da RadioArticolo1, Lamonica aveva ribadito che il dibattito parlamentare sulla previdenza continua a rimanere sterile, “e il governo non ha una sua proposta, non ha avviato alcun confronto con il sindacato. Ognuno parla in libertà. Il presidente dell’Inps Boeri fa bene quando sottolinea che la flessibilità serve ora e serve anche ai giovani”, tuttavia sbaglia “quando propone soluzioni che sono nel quadro di quelle che sembrano emergere anche dai palazzi del governo. E che puntano da una parte a far pagare il costo di qualunque operazione solo ai lavoratori, il che tradotto significa il rischio di un nuovo taglio alle pensioni. Dall'altra si affacciano ipotesi che puntano, lo dico con una parola, poi se vuoi ne parliamo e che puntano invece a una vera e propria operazione di privatizzazione del sistema previdenziale pubblico”.
In effetti sembrano andare in questa operazione le ipotesi di decontribuzione del governo. Per la sindacalista, un’operazione simile, essendo un taglio al costo del lavoro, favorirebbe le imprese e “costringerebbe i lavoratori, se vogliono costruirsi un minimo di tutela previdenziale, a spostare una parte dell'aliquota che oggi è sul sistema pubblico sulla previdenza complementare, che è certo una conquista dei lavoratori”, ma che non può essere utilizzata per “spingere” verso l’idea che “ognuno fa da sé e si costruisce soluzioni individuali”, che, proprio per questo “non sono più complementari”.
LE TAPPE DELLA PROTESTA
I sindacati sono tornati in piazza il 5 ottobre 2015 contro la legge Fornero. La mobilitazione è andata avanti per dieci giorni e si è conclusa il 15. Si sono tenuti presidi davanti alle prefetture di tutta Italia, per ribadire con forza la richiesta di modificare la riforma della previdenza, varata dal governo Monti. Ma il tema esodati ha percorso negli ultimi anni molte iniziative sindacali. Prima di questa tappa le organizzazioni dei lavoratori avevano protestato il 24 settembre, per chiedere l’approvazione della settima salvaguardia e la proroga dell’opzione donna. La mobilitazione si è svolta a Roma, in Piazza San Silvestro, dalle ore 8 alle ore 13, in concomitanza con le audizioni del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali e del ministro dell'Economia e delle Finanze presso le commissioni Bilancio e Lavoro di Camera e Senato, riunite in seduta congiunta.
Cgil, Cisl e Uil erano già scese in piazza il 15 settembre scorso e poi di nuovo il 22, per richiamare l'attenzione su quella che defiscono una vera e propria emergenza sociale. “Sapete quanti soldi si risparmiano fino al 2020 con la legge Fornero? 80 miliardi" ha detto Vera Lamonica, segretaria confederale Cgil: "80 miliardi risparmiati sulla pelle dei lavoratori e non piuttosto facendo la lotta a corruzione, evasione, illegalità. Ora non provino a confondere le acque. Si ripristini il fondo esodati".