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Porto Torres si ferma. Si tiene oggi (venerdì 18 marzo) a Cagliari la manifestazione dei dipendenti Eni dell'impianto petrolchimico. L’appuntamento è alle ore 10 davanti al palazzo della Regione (in viale Trento), partecipano i segretari generali della Filctem Cgil Emilio Miceli, della Femca Cisl Angelo Colombini e della Uiltec Uil Paolo Pirani. Obiettivo della mobilitazione è impedire la cessione del 70 per cento di Versalis (società del gruppo Eni, la più importante azienda italiana del settore chimico) al fondo di investimento americano Sk Capital. In favore, invece, di un salvataggio dell’azienda mediante il finanziamento do un miliardo e 200 milioni da parte della Cassa depositi e prestiti.
La mobilitazione di Cagliari è solo l’ultima di una lunga serie, che ha visto tre scioperi nazionali e una grande manifestazione a Roma il 19 febbraio scorso. Sarà seguita, inoltre, da una manifestazione a Ferrara sabato 19 marzo (con sciopero dalle ore 10 alle 18 in tutti gli impianti Versalis), che raccoglierà i lavoratori Eni del Nord Italia: l'appuntamento è alle ore 10 in piazza Municipale, parteciperanno il sindaco Tiziano Tagliani e i segretari generali di Filctem, Femca e Uiltec.
Tutto questo allo scopo di contrastare una cessione che, spiegano i sindacati, rappresenta “una delle operazioni industriali più oscure e incomprensibili degli ultimi anni: Sk Capital è una società poco affidabile, piccola, con una miriade di società con zero dipendenti, di recentissima costituzione, con sede alle Cayman”. Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil sottolineano anche la cessione al fondo “porterà all'inevitabile abbandono da parte di Versalis degli investimenti previsti nel suo piano industriale, quindi al venir meno del delicato lavoro di riconversione in chimica verde al centro di importanti protocolli industriali tra le parti sociali e il governo”.
Il segretario generale della Filctem Cgil chiama in causa direttamente il governo. “Siamo di fronte a un esecutivo che nei consessi internazionali si batte per comprimere e chiudere la partita dei paradisi fiscali, poi lascia che Eni finisca nelle mani di un'azienda che ha sede alle Cayman e che dovrebbe assumere sulle sue spalle il peso e il futuro della chimica italiana” ha detto Emilio Miceli, ribadendo la propria contrarierà “a un'operazione che porterà allo smembramento di quel che resta della chimica italiana. Il futuro di Eni, di questo passo, sarà quello di un'azienda che compra e vende petrolio, al massimo lo estrae. È inaccettabile”.
Per quanto riguarda specificamente la situazione di Porto Torres, la cessione di Versalis mette in discussione l’attuazione dell’intero protocollo di "chimica verde" sottoscritto nel maggio 2011. "Lo scenario attuale - spiegano si sindacati - induce al pessimismo, la Regione non ha preso una posizione in merito a quest'operazione. Per noi invece è importante sapere se la Regione ritiene importante favorire un processo di riconversione industriale che non si limiti solo alle attività di bonifica, se ritiene che sia urgente e necessario programmare una graduale riconversione delle produzioni tradizionali con nuove produzioni competitive e legate allo sviluppo industriale cosiddetto verde”.