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Un corteo di mille lavoratori ha sfilato a Gela (Caltanisseta) dalla raffineria all'imbocco della strada a scorrimento veloce per Catania, in segno di protesta contro l'annunciato disimpegno dell'Eni. "In Mozambico l'azienda va ad investire 50 miliardi - dicono, con rabbia, i dimostranti - mentre a Gela taglia investimenti per 700 milioni e migliaia di posti di lavoro". Ne dà notizia l'agenzia Ansa.
Qui nessuno si fida delle rassicurazioni pronunciate dall'amministratore delegato, Claudio Descalzi, secondo il quale l'Eni non intenderebbe né chiudere lo stabilimento né ridurre i posti di lavoro ma diversificare la produzione con investimenti anche piu' consistenti. "Lo dicevano anche lo scorso anno - puntualizzano i vertici di Cgil, Cisl, Uil e Ugl locali - quando hanno richiesto sacrifici, affrontati subito, in cambio di investimenti di la' da venire e ora d'un colpo cancellati. Chiediamo che il governo convochi le parti e che si faccia garante con l'Eni di un serio progetto di lavoro, occupazione e sviluppo per Gela e per la Sicilia".
Le maestranze in lotta hanno intensificato i blocchi lungo le vie di accesso alla raffineria e creato un nuovo presidio in contrada "Ponte Olivo", davanti alla sede siciliana di Enimed, la consociata dell'Eni che effettua ricerche e sfruttamenti dei giacimenti di gas e petrolio. L'obiettivo e' quello di arrivare a bloccare l'attività estrattiva dei pozzi.
Per domani sono in programma presidi e volantinaggi alle vie di accesso della città, mentre il 28 luglio, le segreterie confederali provinciali di Cgil, Cisl e Uil, hanno proclamato uno sciopero generale territoriale, con manifestazione e corteo che si terranno a Gela. Il 29, invece, scenderanno in lotta le maestranze di tutti i siti delle aziende Eni in Italia per lo sciopero nazionale di comparto con manifestazione a Roma. Dalla Sicilia è prevista la partenza di decine di pullman.