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Gli esecutivi unitari di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, riuniti il 14 luglio a Roma, hanno dato il “via libera” all'ipotesi di piattaforma per il rinnovo del contratto del settore energia e petrolio (oltre 37.000 i lavoratori interessati, dipendenti da 34 imprese) in scadenza il 31 dicembre 2015. Ora l'ultima parola spetta alle assemblee dei lavoratori, in maniera tale da consentire l'avvio delle trattative – presumibilmente a settembre, subito dopo l'Assemblea dei quadri e delegati per il varo definitivo – con Confindustria-Energia, l'associazione imprenditoriale di riferimento, alla quale è già stata inoltrata la lettera di disdetta.
E' di 134 euro la richiesta di aumento salariale dei sindacati per il triennio 1 gennaio 2016 - 31 dicembre 2018, “una richiesta coerente – dicono – con la situazione economica attuale, che deve garantire la difesa del potere di acquisto attraverso l'incremento dei minimi, il miglioramento del welfare contrattuale e delle prestazioni lavorative”.
In questo rinnovo contrattuale dovrà essere obiettivo prioritario che l'attuale perimetro dei contratti energia/petrolio e gas-acqua sia consolidato e inscindibile. Sui diritti di partecipazione, Filctem, Femca, Uiltec chiedono alle imprese di favorire processi di democrazia economica valorizzando la partecipazione incisiva dei lavoratori alle scelte dell'impresa: a questo proposito propongono di istituire nei protocolli di relazione nei gruppi industriali – e questa è una novità - un Consiglio di partecipazione di indirizzo e controllo, costituito pariteticamente dall'impresa e dai sindacati.
Sul fronte “caldo” dell'occupazione, attenzione particolare dovrà essere prestata alle opportunità di lavoro rivolte ai giovani attraverso progetti e percorsi definiti in alternanza studio-lavoro, in stretto rapporto con la scuola e l'Università.
Sul tema dei diritti, occorre confermare il sistema vigente di tutele previste dal contratto in materia di progressività e proporzionalità delle sanzioni disciplinari. Relativamente poi alle procedure di licenziamento collettivo, vanno garantiti a tutti i nuovi assunti le disposizioni previste agli art. 4, 5 e 24 della legge 223/1991, oltre alla richiesta di due giorni in più di permesso retribuito nel congedo per paternità e permessi ulteriori in caso di ricovero del neonato (retribuiti al 30% fino ad un massimo di trenta giorni) e per patologie oncologiche.
Sugli appalti i sindacati chiedono con forza di non “terziarizzare” più quelle attività che devono garantire la sicurezza dei cittadini, dei lavoratori e degli impianti. Inoltre chiedono che a livello aziendale siano definiti appositi accordi che precisino le attività esclusive, quelle distintive e le attività appaltabili, rifuggendo – in questo caso – dal metodo unico del “massimo ribasso”.
Infine sul welfare contrattuale, oltre a richiedere un aumento del contributo a carico dell'azienda per il Fondo integrativo pensionistico e sanitario, i sindacati avanzano l'idea di unificare i Fondi pensionistici (attualmente tre, “Fondenergia”, “Fopen”, “Pegaso”, n.d.r.) e implementare il contributo, sempre a carico dell'azienda, di quello sanitario (“Fasie”).