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Venti di guerra nel settore energia e petrolio. Dopo oltre nove mesi di difficili e complessi confronti, sono state rotte le trattative per il rinnovo del contratto nazionale 2016-2018 (interessati oltre 35 mila dipendenti in aziende come Eni, Snam, Saipem, Shell, Esso, Total, Fina, ecc.), scaduto il 31 dicembre 2015.
Dopo il fallito tentativo di conciliazione del ministero del Lavoro, i sindacati del settore Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil hanno proclamato 8 ore di sciopero per venerdì 28 ottobre nel comparto, con assemblee informative in tutti i posti di lavoro. Contemporaneamente viene dichiarato lo stato di agitazione con conseguente sospensione di ogni prestazione straordinaria.
“Non è stato riconosciuto da Confindustria Energia - attaccano Emilio Miceli, Angelo Colombini, Paolo Pirani, rispettivamente segretari generali di Filctem, Femca, Uiltec - un incremento salariale adeguato al recupero del potere d'acquisto delle retribuzioni”.“Ci viene proposto – aggiungono - un aumento di 65 euro per il triennio 2016-2018, esattamente la metà della nostra richiesta avanzata in piattaforma (134 euro, ndr). Inaccettabile”.
Ma non è il solo “pomo della discordia” tra l'associazione datoriale e i sindacati. “La rottura delle trattative - spiegano in una nota Filctem, Femca, Uiltec - è anche dovuta alla proposta di Confindustria Energia di introdurre un nuovo e penalizzante sistema classificatorio legato alla valutazione della prestazione lavorativa in alternativa a quella attuale, oltre al mancato rispetto di impegni presi nel precedente rinnovo contrattuale sulla liquidazione dei 24mi delle quote degli scatti di anzianità maturate dai lavoratori che ne avevano diritto al 31 dicembre 2015”. “Peraltro - aggiungono - silenzio assoluto sulla nostra richiesta di incremento delle quote aziendali destinate al “welfare” integrativo pensionistico e sanitario, Fondenergia e Fasie per intenderci”.
Infine - denunciano i sindacati - sono in atto tentativi di revisione peggiorativa sulla parte normativa del contratto a proposito di diritti e mercato del lavoro. Per i lavoratori turnisti c'è addirittura una richiesta esplicita di aumento delle giornate di lavoro e recupero economico sui trattamenti previsti. Sciopero inevitabile dunque.