Si chiama “coabitazione solidale” e secondo la giunta comunale di Vincenza può essere una risposta efficace all'emergenza abitativa e al boom degli sfratti. Nel 2010 nel comune veneto gli sfratti sono stati 272, nella quasi totalità dei casi dovuti a morosità, mentre dieci anni prima le ragioni eonomiche erano alla base soltanto del 65% dei provvedimenti. Il tutto a fronte di circa 7000 appartamenti sfitti, calcola il Comune.

Di qui l'esigenza di un nuovo regolamento che – come riporta l'agenzia Adnkronos - prevede, tra l'altro, l'istituzione di una commissione formata da assessore e dirigente del settore, da due consiglieri comunali, tre rappresentanti dei sindacati degli inquilini e uno dei proprietari, un esponente del volontariato sociale che esaminerà le diverse situazioni e individuerà i casi particolari per i quali procedere in deroga al divieto di assegnare un alloggio popolare a chi ha lo sfratto per morosità. Il provvedimento, inoltre, dà la possibilità di chiedere l'emergenza abitativa anche ai separati che lasciano l'alloggio familiare e agevola nella graduatoria chi ha lo sfratto esecutivo, i nuclei con un solo genitore e figli minori, gli anziani con più di 65 anni, i disabili e le famiglie assistite dai servizi sociali.

Poi, c'è l'idea del nuovo servizio della coabitazione solidale: “In collaborazione con la Società San Vicenzo de Paoli e di un altro istituto religioso che desidera rimanere anonimo - ha annunciato l'assessore Giuliari - ospiteremo per un periodo di 12 – 18 mesi una trentina di persone in appartamenti in cui ciascuno potrà contare su un posto letto, o su una camera privata se si tratta di genitori con figli, ma dividerà la cucina, il soggiorno, il bagno, la lavanderia con gli altri ospiti, con l'aiuto di un educatore che promuoverà la condivisione e l'aiuto reciproco, dal fare la spesa all'accudimento dei bambini e degli anziani, fino alle pulizie domestiche”.

Questa soluzione innovativa – scrive ancora Adnkronos - andrà ad aggiungersi alle forme più tradizionali di aiuto a chi si trova in uno stato di emergenza abitativa con un costo a carico del Comune di 213 mila euro all'anno: oltre all'inserimento negli alloggi temporanei comunali o privati, che attualmente sono 75, sono previsti un sostegno al reddito per pagare l'affitto, accordi con i proprietari, ospitalità in comunità mamma-bambino, in albergo o nelle strutture di accoglienza comunali.