Il futuro della Jp Industries, dal 2012 proprietaria della ex Antonio Merloni, si decide oggi (lunedì 17 febbraio). Nel pomeriggio, infatti, è atteso a Fabriano (Ancona) l’incontro tra azienda e sindacati sul piano industriale annunciato dalla società produttrice di elettrodomestici, che prevede ben 345 esuberi. Dal 1° luglio scorso l’impresa è interessata da una procedura di concordato con riserva, in gennaio il piano è stato dunque presentato al tribunale fallimentare di Ancona. Il progetto del proprietario Giovanni Porcarelli stabilisce la nascita di una new company, che si avvarrebbe di soli 248 lavoratori dei 593 dipendenti attuali (545 operai e 48 impiegati).

Numeri inaccettabili per i sindacati che hanno subito rispedito al mittente il piano di ristrutturazione del debito (in attesa, per altro, dell’approvazione del tribunale), ribadendo che “si deve costruire un progetto totalmente diverso, un percorso che tenga insieme tutti i dipendenti nel miglior modo possibile”. Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil rimarcano come i lavoratori dei due stabilimenti di Fabriano (Santa Maria e Maragone) e di Nocera Umbra (Perugia) siano ormai stremati da ben otto anni di ammortizzatori sociali: il 20 dicembre scorso il ministero ha autorizzato il rinnovo della cassa integrazione fino al 31 luglio. Al di là della quantità abnorme di esuberi, i sindacati esprimono forti perplessità sulle prospettive aziendali e sottolineano anche la necessità di un partner industriale per la new company, partner che per ora l’attuale proprietà sembrerebbe non aver trovato.

Giovedì 13 febbraio sindacati e impresa sono stati ricevuti, informalmente e separatamente, al dicastero dello Sviluppo economico. La sottosegretaria Alessia Morani ha assicurato l’impegno del governo “a partire dagli ammortizzatori sociali, per proseguire con incentivi e finanziamenti nell'ambito dei contratti di sviluppo: il nostro obiettivo è garantire la continuità dell'azienda e della produzione, tutelando al massimo i livelli occupazionali”. Il ministero, per ora, attende che il tribunale di Ancona si esprima sulla richiesta di concordato presentata dall'azienda: “Dal buon esito della procedura dipende tutto l'iter. Nel frattempo, abbiamo chiesto a Invitalia di valutare il piano industriale presentato dalla proprietà. Sempre con Invitalia stiamo ragionando sull'area di crisi complessa della ex Merloni, perché ci sono risorse ingenti non utilizzate nel corso degli anni che possono essere impiegate per rianimare il tessuto imprenditoriale di Marche e Umbria”.

A chiedere con forza il sostegno di governo e Regioni (Marche e Umbria) è il segretario generale della Fiom Cgil di Ancona Pierpaolo Pullini. “In ballo c'è il futuro di 350 famiglie”, spiega: “Si è sempre parlato della gamma alta di elettrodomestici come di un settore strategico per l'economia, è quindi facile comprendere la necessità di un intervento dei massimi soggetti istituzionali”. Pullini evidenzia che “le 250 persone che resteranno non sarebbero tutte assunte subito, ma a scaglioni. A quel punto che si fa, si apre l’ennesima cassa integrazione? Questo lascia forti dubbi sulle prospettive di lungo periodo della Jp Industries”. Per l’esponente sindacale, quindi, “la soluzione deve essere la continuità dell'azienda, e non si capisce perché l'imprenditore non voglia andare avanti in questo modo”.

(mt)