Roma - “Quello dell'elettricità è l'unico settore in cui l'effetto della liberalizzazione è l'aumento e non la discesa dei prezzi delle tariffe. Non si può fare un favore alle aziende alle spalle di 23 milioni di utenti. E' un errore l'abbandono del mercato tutelato per l’elettricità”: inizia così, con una stoccata ai precedenti governi, l'intervento di Emilio Miceli, segretario generale della Filctem-Cgil, nell'audizione tenutasi oggi al ministero dello Sviluppo Economico sulla Strategia Energetica Nazionale (SEN).

“La norma – insiste il segretario – per la quale al 30 giugno 2018 non esisterà più il mercato tutelato per l'elettricità e tutti gli utenti dovranno passare al mercato libero, scegliendosi un fornitore, va cancellata, non fosse altro perché l'utente debba essere lasciato libero di scegliere se restare nel mercato tutelato o passare al mercato libero”.

Quanto poi alla questione spinosa del settore termoelettrico, Miceli ha avanzato una proposta concreta: “occorre un piano di riconversione e flessibilizzazione dei grandi impianti termoelettrici chiusi, o destinati alla chiusura nei prossimi anni, per ridurre gli effetti negativi sull'occupazione (oltre 8000 gli addetti attuali nel settore, ndr) che preveda una riduzione della potenza e l'utilizzo di combustibili a basso impatto ambientale (biomasse solide e liquide, biometano, metano) anticipando anche la valorizzazione bioenergetica dei rifiuti e degli scarti agroalimentari”.

Un altro aspetto rilevante – ha proseguito Miceli – è rappresentato dal tema della dismissione del parco nucleare italiano e dal ruolo di Sogin (la società di Stato incaricata della dismissione degli impianti nucleari e della riconversione dei rifiuti radiattivi, ndr) per il quale “vi è esigenza di un adeguato piano industriale, in grado di far ripartire le attività di decommissioning fortemente rallentate negli ultimi anni a cui deve accompagnarsi l'individuazione di un deposito nazionale di scorie, in attesa da tempo, troppo tempo. I cittadini che pagano gli oneri nella bolletta elettrica hanno il diritto di sapere”.

Sul gasdotto sotterraneo che dovrebbe portare in Europa e in Italia il gas estratto in Azerbaigian, Miceli ha sostenuto che “il Tap sia una infrastruttura che deve essere realizzata, naturalmente superando nel miglior modo gli ostacoli che ne condizionano l’avvio”, soprattutto – ha aggiunto – perché sarà un beneficio volto alla riduzione della bolletta energetica, oltre al fatto che il mercato europeo dell'energia richiede uno sviluppo infrastrutturale con l’integrazione del sistema logistico del gas, legato in particolare alla funzione primaria che svolgerà nella fase di transizione energetica in atto verso un nuovo modello, da noi condiviso, le cui fonti rinnovabili, la “green economy” e l'efficienza energetica saranno le protagoniste.

Infine sulle frequenti interruzioni di energia elettrica che continuano sovente a manifestarsi nel Mezzogiorno, e più recentemente nelle zone colpite dal terremoto, “è urgente realizzare – ha proposto Miceli – un nuovo modello di distribuzione, che veda il suo punto di forza nelle reti smart che non potranno che favorire l’integrazione delle rinnovabili, riducendo le intermittenze e le interruzioni, con benefici sia di costo che ambientali”.