Riparte la mobilitazione nel settore edile a Palermo per rivendicare diritti “imprescindibili” quali i rinnovi contrattuali, il rilancio dell'occupazione attraverso lo sblocco degli investimenti e l'accesso agevolato alle pensioni. Nei prossimi giorni, per protestare contro la crisi e i pochi investimenti nel settore, sarà organizzato un percorso di mobilitazione a tappe, che prevede lunedì mattina un'assemblea al cantiere della Sis dell'anello ferroviario, l'11 dicembre una assemblea straordinaria sotto la sede del Comune per chiedere lo sblocco degli appalti, e altre iniziative in vista del 18 dicembre, data dello sciopero generale per il rinnovo del contratto nazionale nell'edilizia.
La decisione è stata presa questo pomeriggio dalle tre sigle delle costruzioni, riunite in assemblea straordinaria nella sede di Panormedili, in via Borremans, con i lavoratori dell'edilizia. Erano presenti addetti dei diversi comparti produttivi, delle cementerie, delle cave, dei cantieri edilizi di Palermo e provincia. “Il settore chiede risposte precise. Perciò – dichiarano per Feneal, Filca e Fillea Palermo, Ignazio Baudo, Paolo D'Anca e Francesco Piastra –, abbiamo deciso di fare un presidio a palazzo delle Aquile per ribadire la nostra richiesta di riunire l'osservatorio sul Patto per Palermo. Dopo diverse sollecitazioni per l'apertura del tavolo, dal Comune non abbiamo avuto risposta”.
L'altro problema riguarda le cave. La cementeria di Isola delle Femmine rischia la sospensione delle attività produttive, perché la Regione siciliana, dal 2016, anche per via di ritardi burocratici connessi all'interpretazione della nuova legge siciliana, deve dare risposte sulla concessione della cava di Torretta-Carini in uso all'Italcementi. Nella stessa situazione si trovano tante altre cave. “Sul problema delle concessioni che tardano, comune a tante cave, abbiamo scritto anche alla prefettura di Palermo e attendiamo una risposta – aggiungono i tre dirigenti sindacali –. La discussione con le delegate e i delegati è stata molto animata. Tutti avvertono l'esigenza di riformare la legge Fornero, inaccettabile ancora di più in un comparto dove il lavoro è particolarmente gravoso come quello dell'edilizia. I lavoratori sono pronti a scendere in piazza per protestare”.