Martedì 8 novembre alle ore 19 a Roma presso la libreria-caffè Giufà, in via degli Aurunci, 38 (San Lorenzo) Simona Baldanzi presenta il suo nuovo libro pubblicato da Ediesse "Mugello sottosopra. Tute arancioni nei cantieri delle grandi opere. Un viaggio tra i minatori moderni". L’autrice ne parla con Paolo Berdini, urbanista, Francesca Comencini, regista e scrittrice, Paolo Serventi Longhi, direttore di Rassegna Sindacale.


Spiega in una nota la casa editrice: "Simona Baldanzi, nata in una famiglia di lavoratori del tessile, scrive un libro che è un percorso di studio e di ricerca che la porterà nel cuore della «condizione operaia» del Mugello, nei cantieri dell’Alta velocità prima, della Variante di valico poi. Sono le grandi opere che si snodano tra la Toscana e l’Emilia Romagna, in un territorio tra i più strategici e critici del Paese, in cui la maggior parte della tratta ferroviaria e autostradale è fatta di gallerie.

Passa mesi nei campi base, laddove vivono i trasfertisti, a raccogliere dati, voci, volti, storie, polvere, solitudine; e ascolta i dialetti, soprattutto del Sud, traduce gli sradicamenti, studia il lavoro di questi nuovi minatori moderni, le squadre, la struttura dei campi base, il tempo libero. «Mentre prendevo coscienza che il mio territorio era danneggiato irrimediabilmente, mi rendevo conto che i lavoratori delle gallerie rimanevano invisibili proprio come le falde e, forse, proprio perché nessuno li prendeva in considerazione, erano a rischio anche loro», racconta in un passo.

Il nuovo libro Baldanzi ha il pregio di raccontarci un mondo sommerso di grande forza espressiva, riconnettendosi idealmente con due antenati scrittori, Luciano Bianciardi e Carlo Cassola, autori di un classico, I minatori della Maremma, fatto anche quello di città sotterranee, infortuni e morti, come una maledizione che si ripete. Perché, come scrisse George Orwell, «più di ogni altro, forse, il minatore può rappresentare il prototipo del lavoratore manuale (…) perché è così virtualmente necessario e insieme così lontano dalla nostra esperienza, così invisibile, per modo di dire, che siamo capaci di dimenticarlo come dimentichiamo il sangue che ci scorre nelle vene».

Ogni volta che vedo salire su una jeep o un piccolo furgone i minatori che vanno verso la galleria e mi salutano dai finestrini, mi chiedo se staranno nell’ “arca”. La chiamano così quella sorta di scatola bunker dove si rifugiano i lavoratori mentre fuori salta l’esplosivo per far avanzare lo scavo in galleria. Come nell’Arca di Noè nel racconto biblico, ogni giorno una sfida al diluvio universale, alla vita quotidiana.

Simona Baldanzi è nata nel 1977 a Firenze e vive in Mugello. Nel 2006 ha esordito per la Fazi Editore con il romanzo Figlia di una vestaglia blu (Premio Miglior esordio di Fahrenhiet Radio Rai tre, Premio Minerva letteratura di impegno civile, e finalista al Premio Viareggio Repaci, al Premio Fiesole narrativa under 40, al Premio Chianti). Nel 2009 pubblica per la Elliot edizioni il racconto Neve fra Barberino e Roncobilaccio nella raccolta Padre e il secondo romanzo Bancone verde menta. Ha una rubrica settimanale su l’Unità - Toscana che si chiama L’Incartauova. Insieme a F. Bondi e L. Sacchetti è autrice del progetto Storie Mobili (www.storiemobili.it). Il suo sito è www.simonabaldanzi.it.