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I diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo in Italia sono a rischio. Il cosiddetto “dl sicurezza”, tanto voluto da ministro dell'Interno Salvini e ora al Senato per la discussione generale, infatti, una volta approvato, si trasformerebbe in un vulnus per il sistema di accoglienza sancito dal diritto internazionale. A lanciare l'allarme, proprio nelle ore in cui il testo viene discusso a Palazzo Madama e si parla sempre più insistentemente di fiducia, è l'Unhcr, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.
Per quanto riguarda il ddl di conversione del decreto legge, l'Unhcr richiama infatti l'attenzione "sull'impatto che i nuovi provvedimenti potrebbero avere sul sistema di accoglienza e asilo in Italia”. Qualora fossero approvati nella loro forma attuale, “potrebbero influire negativamente sull'accesso alla protezione e ai diritti dei richiedenti asilo e rifugiati in Italia". L'alto commissariato ricorda come qualsiasi nuovo provvedimento debba essere "conforme alla Convenzione di Ginevra, alla normativa internazionale e agli standard europei esistenti”.
L'Unhcr, in realtà, aveva già inviato al governo e al parlamento italiani nelle ultime settimane una serie di osservazioni e raccomandazioni dettagliate, che evidentemente non sono state prese in considerazione. Tanto che l'ufficio dell'Onu per i rifugiati ha sentito la necessità di sottolineare ancora il rischio che si corre, “in particolare rispetto alle nuove misure relativi alla detenzione amministrativa in attesa dell'identificazione o dell'espulsione, le cosiddette procedure accelerate alla frontiera, e le domande d'asilo reiterate”. Questi nuovi provvedimenti, infatti, non forniscono garanzie adeguate, soprattutto per le persone vulnerabili e quelle con esigenze particolari, come per esempio le persone che hanno subito abusi e torture”.
Ma c'è anche un problema relativo ai Cara. Gli standard ed i servizi offerti nei centri di prima accoglienza, infatti, “devono essere garantiti”. Tali centri, infatti, ospiteranno tutti i richiedenti asilo (tranne i minori non accompagnati) per l'intera durata della procedura d'asilo. Ma sono spesso sovradimensionati, sovraffollati e relegati in zone remote, lontane dai servizi di base, quindi “inadeguati per rispondere alle reali esigenze delle persone accolte”. A rischiare di più, però sono come sempre i minori. L'Unhcr raccomanda infatti che gli standard nel sistema di seconda accoglienza per casi speciali e minori non accompagnati siano conservati. Così come il sistema Sprar, il sistema smantellato dal decreto Salvini, che per l'Unhcr “è un modello di buone pratiche di integrazione, ed è nell'interesse non solo dei rifugiati ma anche delle comunità che li ospitano” e che quindi dovrebbe essere mantenuto.
In mezzo al dibattito travagliato ancora in corso, conclude l'Unhcr, è importante “che i rifugiati siano visti non come una questione politica, ma come persone, parte della comune famiglia umana, e che si approvino leggi che portino all'effettivo miglioramento della condizione di tutti. I legislatori sono ancora in tempo per fare la cosa giusta, non solo per i richiedenti asilo e rifugiati, ma anche in nome della lunga e orgogliosa tradizione dell'Italia di rispetto dei diritti umani”.