"Surreale la spiegazione data dalla sindaca Virginia Raggi. Per mesi, con la posizione di Paola Muraro evidentemente compromessa, si è proseguito con la propaganda dei cosiddetti blitz, mentre vuoti amministrativi e dimissioni paralizzavano la città. Ricordiamo, per dare la misura delle difficoltà, che nonostante la vacatio di mesi, la nomina del dg di Ama scadrà a fine mese, senza che sia stato predisposto il bando per la sostituzione. Invece di fare gli #SpazzaTour, era meglio occuparsi di cose concrete". Con queste parole, Natale Di Cola, segretario generale Fp Cgil Roma e Lazio, commenta le dimissioni dell'assessore all'ambiente di Roma Capitale.
"Manca un progetto, se si escludono le promesse da conferenza stampa. Le trattative sono ferme e, al netto delle trovate teatrali per le strade della capitale, questa amministrazione ha prodotto solo retorica e accuse. Adesso sarebbe giunto il momento dei fatti. Ma anzichè esercitare il ruolo di azionista – continua il sindacalista –, la Giunta ha messo in campo un modello autoritario, che confonde i ruoli ed esercita quello politico in modo padronale, usa i lavoratori come comparse e aizza i cittadini contro le società pubbliche che andrebbero invece rilanciate”.
“Giusto ieri, il giorno delle dimissioni, l'assessora annunciava la macrostruttura di Ama, un atto aziendale che non compete alla Giunta. Uno spoil system effettuato a prescindere dal merito, senza alcuna vera selezione, e che premia dirigenti ridimensionati dal precedente assessment (la valutazione effettuata da una società esterna), o che addirittura avevano già raggiunto un accordo con l’azienda per il loro allontanamento. La distanza tra la retorica della trasparenza e l’assenza di meritocrazia nelle scelte e nelle nomine di questi mesi è sbalorditiva. La distanza tra la retorica delle promesse e la magrezza dei fatti, in un contesto in cui si sono coltivate le aspettative oltre ogni limite ragionevole, rischia di produrre una voragine etica che la città non può sopportare, dopo Mafia capitale. Per passare dalle ingerenze e dalle promesse ai fatti, bisogna lavorare di più, ascoltare di più – conclude il dirigente sindacale – ed essere molto, ma molto più umili".