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BOLOGNA - Riprende il viaggio della Funzione pubblica Cgil, insieme alla Fp polizia penitenziaria, nel mondo delle carceri italiane per indagare sulle condizioni di lavoro e di vita dei poliziotti penitenziari e tutti coloro che, a vario titolo, vi operano all'interno. Dopo Rebibbia, Poggioreale, San Vittore e Sollicciano, si aggiungono anche l'istituto penale minorile e la Dozza di Bologna. Un viaggio raccontato in questo fotoreportage a cura di Marco Merlini.
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Per la prima volta in visita in un carcere italiano - e guida della delegazione - la segretaria generale della Funzione Pubblica Cgil, Serena Sorrentino. Nel 'Pratello', l'istituto penale minorile, si vive in ambienti insalubri di un edificio fatiscente. Il sottotetto è completamente puntellato e a rischio crollo, un intero piano dell'istituto è stato totalmente dismesso e l'area verde è abbandonata a sé stessa. A questo si uniscono la carenza della pianta organica della polizia penitenziaria e degli educatori, un'età media degli operatori che supera i 50 anni e all'assenza di personale specializzato che favorisca il reinserimento dei ragazzi, dai 15 ai 25 anni, reclusi nell'istituto minorile.
Alla Dozza, invece, la situazione è in linea con gli istituti visitati nei mesi scorsi. La carenza di personale di polizia penitenziaria inferiore del 26% circa: dei 552 previsti, al netto dei distacchi in altri uffici amministrativi, sono appena poco più di 400 quelli effettivamente in servizio. A cui si unisce quella delle educatrici e degli educatori che operano all'interno di quasi il 50% in meno di quelli previsti, da 11 a 6 effettivi. Il tutto unito a un sovraffollamento che supera del 50% la capienza regolamentare: 747 tra detenute e detenuti contro i 492 consentiti.
Il viaggio di "Dentro a metà" non si ferma qui. "Il 3 e il 4 ottobre – annuncia la Fp in una nota – torniamo nel carcere di Rebibbia con una delegazione, sempre guidata dalla segretaria generale Serena Sorrentino, per rinnovare il costante impegno nel mettere al centro le condizioni dei poliziotti penitenziari, educatrici ed educatori che operano dentro e fuori le mura del carcere. Il 4 ottobre in particolare ci confronteremo con la politica, le istituzioni e il mondo dell’associazionismo sul tema dell’esecuzione della pena in tutte le sue sfaccettature, sulle riforme già messe in campo e su come costruire un ambiente migliore per tutti coloro che sono coinvolti, chi vi lavora, chi è detenuto e per la cittadinanza".
LE ALTRE TAPPE: Poggioreale, San Vittore, Rebibbia
Inchiesta / Giustizia, fuori dal carcere (quasi) niente