"Veniamo da quindici anni di staticità: non è così che un Paese riaccende la macchina. Può far comodo dire, come fa il Governo Renzi, che il Pil non sale dello 0,9% previsto, per colpa della paura del terrorismo dopo gli attentati di Parigi, ma non è vero". Così Giuseppe De Rita, presidemte del Censis, commenta l'ultimo rapporto dell'Istat sul Bes (lo studio che propone una lettura alternativa delle condizioni del Paese rispetto a quella offerta dal Pil, focalizzata sul benessere equo e sostenibile). "Il premier avrebbe dovuto mostrarsi più cauto in economia. Ha fatto molti cambiamenti sul piano politico e dei rapporti di potere. ma chi si aspettava dall'esecutivo qualcosa che ci facesse uscire dalla staticità, deve ammettere che così non è stato".
"D'altra parte – aggiunge il sociologo –, chi conosce l'Italia sa che era pressochè impossibile che ciò accadesse. Chiedere cambiamenti sociali, chiedere talenti, è come chiedere di andare in guerra. Non è questo lo spirito del Paese. Assistiamo a consumi parsimoniosi e prudenza rispetto al futuro. C'è stata la fiammata delle vendite delle auto, come due anni fa ci fu quella dei telefonini, ma ormai , per quanto riguarda la spesa, siamo sobri. Anche chi si muove, lo fa attraverso investimenti minimi. Si aprono piccole attività, gelaterie e rosticcerie; si divide l'appartamento in due, per destinarne metà a bed&breakfast. Ma anche questii, appunto, sono comportamenti da 'zero virgola', non parlerei di crescita".