PHOTO
Un corso di formazione importante, dove si parla d’innovazione tecnologica, digitalizzazione, industria 4.0. Accade a Palermo, dove per tre giorni 28 partecipanti, fra dirigenti, funzionari e delegati sindacali, appartenenti alle Camere del lavoro e alle categorie siciliane, hanno affrontato temi sempre più strategici nel mondo del lavoro.
“Il corso è nato grazie all’intuizione dell’area contrattazione della Cgil regionale. Contrattare la formazione non è ancora prioritario al nostro interno e noi vogliamo che lo diventi al più presto sull’isola. Abbiamo voluto fare tale esperimento, riunendo esponenti provenienti da tutto il mondo del lavoro, proprio perché c’interessa la contaminazione contrattuale, per far sì che il tema industria 4.0 coinvolga davvero tutti”, dice Francesca Vitale, responsabile formazione Cgil Sicilia.
“Non vi è ciclo, in qualunque settore e attività, dove i confini siano solidi. In realtà, sono assai mobili, con molte commistioni. La Cgil intende contaminare dal lato formativo, mettendo tanti soggetti in gioco, perché ciò permette di affrontare le situazioni con più forza. Sulla falsariga di quello che c’è nella Carta dei diritti. Quella che viviamo è una fase di grandi cambiamenti, ma non ci sono certezze né è chiara la scelta delle imprese e il flusso degli investimenti su industria 4.0. Perciò, dobbiamo fare formazione sul tema, perché può essere una grande opportunità per lavoratori e sindacati per farli tornare protagonisti, aprendo spazi di partecipazione, democrazia e potere nei luoghi di lavoro. In tal senso, lo sciopero dei rider, organizzato dalla Cgil di Milano, dopo un incontro con i ‘fattorini 4.0’, e il nuovo ccnl di settore, firmato dalla Filt, costituiscono un passaggio dalla teoria alla pratica nell’ambito della Gig economy. È solo un primo passo, che si fa anche con lo studio, la ricerca e la formazione”, osserva Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale.
“Durante il corso, abbiamo cercato anche di superare alcune nostre criticità fondamentali, come la scarsa presenza sindacale nelle commissioni paritetiche sui fondi interprofessionali e la debole contrattazione di secondo livello delle Rsu. Quindi, abbiamo diffuso la conoscenza dei fondi fra delegati e funzionari per poter agire nei ruoli in modo più attivo. Poi abbiamo lavorato sul tema delle certificazione delle competenze e affrontato industria 4.0 per capire meglio di che si tratta, dando strumenti operativi alle nostre strutture territoriali. Infine, abbiamo lavorato su due buone pratiche, presentate dalla Filctem nazionale, per studiare il processo operativo che può portare a una contrattazione della formazione”, spiega Vitale.
“In Sicilia, parlare d’industria 4.0 può sembrare paradossale, vista la grave crisi industriale che stiamo vivendo. Ma sull’isola esistono anche delle punte di eccellenza: ad esempio, la digitalizzazione c’è già nella cosiddetta Silicon valley catanese, dove si fa contrattazione della formazione. Nel Trapanese vi sono presenze qualificate nell’agroalimentare, tanto che la Cgil locale ci ha già chiesto di replicare questo corso nel suo territorio. Insomma, i nostri numeri sono poco rilevanti, però pezzi di nuovo, a macchia di leopardo, ci sono anche da noi”, precisa Vitale.
“La formazione sulla contrattazione di sindacalisti e lavoratori può stimolare una diversa organizzazione del lavoro, con l’ausilio delle nuove tecnologie. Su questo, non dobbiamo lasciare mano libera alle imprese, che pensano unicamente a tagliare il costo del lavoro. la digitalizzazione avrà impatti ovunque, dall’industria al mondo della scuola, dai servizi alla pubblica amministrazione, agli enti locali, agli esercizi commerciali. Da un’idea confederale conviene darsi da fare dappertutto, Sicilia inclusa”, sottolinea Pelucchi.
“Concordo sul fatto che ci vuole una formazione di tipo confederale. Nel mio settore il lavoro 4.0 è già arrivato. Digitalizzazione e innovazione tecnologica nelle banche avanzano in modo galoppante e tutto sta cambiando assai velocemente. Per questo, è bene essere presenti e lungimiranti per andare avanti. La mia partecipazione al corso è stata del tutto inedita. Ma se vogliamo essere precursori e protagonisti del cambiamento dobbiamo essere attivi in ambito formativo. Dunque, contrattare la formazione dal lato sindacale nella fase del lavoro 4,0, in modo che il lavoratore sia pronto e riqualificato a 360 gradi, non più solo in azienda. Il bilancio del corso è veramente interessante, perché mi ha fornito spunti di riflessione e crescita personale e poi ho avuto modo di confrontarmi con delegati di altre categorie e capire le diverse criticità del lavoro in banca”, sostiene Valentina Di Magro, Rsa Fisac regionale.
“Il corso formativo sulla contrattazione industria 4.0 riguarda anche noi. Le imprese di costruzioni ritengono la formazione solo come un costo supplementare, e non investono su questo. Ma sbagliano su tutta la linea, perché nel frattempo l’innovazione è arrivata anche da noi. E un aspetto fondamentale, di cui soffrono pressochè tutte le imprese del settore, è proprio una sorta di nanismo dal punto di vista delle nuove tecnologie, che le rende poco competitive sul mercato. Dobbiamo pensare a un sistema produttivo in edilizia differente dall’attuale, per migliorare anche l’organizzazione e le condizioni dei lavoratori, che significa affrontare le sfide della modernità in modo consapevole e non possiamo sottrarci a ragionare su nuovi modelli di sviluppo”, osserva Salvo Carnevale, segretario Fillea Siracusa.
“Gli edili sono stati aggrediti dai processi d’innovazione tecnologica. Hanno affrontato i cambiamenti mettendo a punto la contrattazione d’anticipo e anche di fronte ai cambiamenti in tema di materiali, prodotti, ciclo di produzione, la Fillea ha fatto studi accurati e scelte d’avanguardia”, aggiunge Pelucchi.
“La storia della formazione in Sicilia è stata un po’ ‘carsica’. Iniziata negli anni ’70 con un investimento importante, che ha portato alla scuola di Santa Venerina, si è poi improvvisamente fermata. Per questo, il programma futuro è quello di dare continuità ai corsi, irrobustendo anche il numero dei formatori presenti sull’isola, in quanto l’andamento altalenante della formazione è dovuto soprattutto all’esiguità dei quadri sindacali che organizzano i corsi. Perciò, faremo anche un corso dei formatori, nonché una formazione per la figura dell’operatore polifunzionale. Altra priorità su cui lavorare è creare sempre più occasioni di formazione integrata fra strutture confederali e di categoria, per esaltare in modo concreto il ruolo dell’organizzazione sul territorio. Per affrontare le sfide del futuro, non dobbiamo lavorare a compartimenti stagni, ma ci vuole sempre maggiore confederalità”, conclude Vitale.