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Dal 17 al 19 ottobre scorsi, si è tenuta in Lituania si è tenuta la conferenza Etui 2018, l’istituto sindacale europeo per la ricerca e la formazione, collegato alla Confederazione europea dei sindacati. Un appuntamento importante, con una pluralità di formatori sindacali provenienti da tutta Europa, per un progetto di condivisione che coinvolge le diverse organizzazioni sindacali che si occupano di formazione e aderiscono alla Ces.
“Ormai Etui è diventato un appuntamento fisso annuale ed è oltremodo importante in una dimensione Ue – sostiene Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale –. Tutti i sindacati europei stanno denunciando le difficoltà nel capire e nel riorganizzare le nostre strutture per rispondere alle nuove sfide che abbiamo davanti. In questo caso, quest’anno si è utilizzato il gioco on line come strumento per sviluppare la formazione. Non era proprio una novità assoluta, ma il gioco è una suggestione che piace molto ai giovanissimi”.
“L’appuntamento Etui ha messo a confronto settanta formatori di paesi diversi – afferma Simona Marchi, responsabile formazione della Fondazione Di Vittorio –. È stato molto utile coniugare l’aspetto delle diversità delle culture formative di provenienza con il tipo di ragionamento che ci è stato proposto di fare sulle prospettive future. Abbiamo discusso su trend quali la globalizzazione e la digitalizzazione, il cambiamento climatico e la transizione demografica, ragionando sul futuro non con modelli matematici, ma attraverso una costruzione dal basso. In termini di formazione, ci siamo chiesti quali siano le esigenze che ci servono per affrontare le sfide di domani, tenendo conto anche della ricchezza della diversità della platea di riferimento”.
“Il più importante dei temi trattati è forse proprio quello sulla transizione demografica, su cui sono tante le iniziative che abbiamo fatto negli ultimi vent’anni, in tema di formazione. Oggi la transizione demografica non solo pone condizioni che hanno ricadute di carattere economico fortissimo, pensiamo alle pensioni. Ma pone condizioni anche sul piano dell’inclusività. È il dibattito pubblico che trasforma una riflessione seria sui cambiamenti climatici, affrontando in termini rigorosi il fenomeno. Riportiamo l’argomento in una dimensione di strategie di contrattazione e di sviluppo di politiche attive in Europa. E abbiamo aggiunto anche una riflessione sul linguaggio che utilizza il dibattito pubblico per affrontare questi temi. Una discussione molto interessante e oltremodo attuale”, rileva ancora Marchi.
“Erano tanti i formatori italiani presenti in Lituania, quattro noi della delegazione Cgil, più gli esponenti di Cisl e Uil – ricorda Pelucchi –. La soddisfazione è che l’Etui ha apprezzato la nostra attenzione nei loro confronti. È una fase di cambiamenti anche per l’istituto sindacale europeo. Per noi, è stata un’esperienza importante. Abbiamo provato a chiarire e a illustrare varie modalità. Un’occasione imperdibile, di confronto reciproco”.
“La discussione che si è aperta in seno alla conferenza ha messo al centro quattro grandi temi, più l’importanza delle attività di prospettiva, per individuare le tendenze future che interessano il movimento sindacale. È un modo avvincente affrontare gli scenari futuri del sindacalismo, incrociando una capacità analitica e acquisendo un’enorme quantità di dati. È un modo di lavorare senza dubbio legato a doppio filo al trading e alla formazione, legato a sua volta al filone del pensiero strategico. Abbiamo riflettuto su come questi scenari influenzeranno il sindacalismo europeo da qui ai prossimi dieci-quindici anni. Si tratta di sviluppare idee e una riflessione collettiva per adottare gli strumenti che verranno utili nelle prossime settimane”, osserva Fabio Ghelfi, euroformatore.
“L’Etui è una delle poche istituzioni che si cimenta su un ragionamento di prospettiva futura. Abbiamo ipotizzato scenari su come cambierà il lavoro: le varie casistiche analizzate vanno da una gamma di sviluppi estremamente negativi, fino a diventare sviluppi potenzialmente molto positivi. Ci siamo cimentati adottando un processo metodologico, in un lavoro di elaborazione che va dall’estinzione allo sviluppo del sindacato futuro per una serie di condizioni e di cause. Abbiamo cercato d’individuare anche i fattori di debolezza, ipotizzando scenari differenti, anche in una chiave molto rosea. Tutti sono risultati avere qualche elemento di realismo, in quanto basati su previsioni oggettive, analizzate in modo scientifico”, aggiunge Ghelfi.
“Per quanto riguarda l’attività dell’istituto sindacale europeo, i due grandi blocchi sono costituiti dall’attività di ricerca su tutte le tematiche del mondo del lavoro e poi da tutte le attività di formazione riservate ai sindacalisti delle organizzazioni che fanno parte della Ces. Si tratta di attività che seguono quelle della Ces, ma che alle volte ne anticipano tematiche nuove, utilizzate proprio durante i corsi di formazione, Sull’attività futura dell’Etui, molto dipenderà anche dal congresso della Ces, in calendario il prossimo marzo, nonché dall’esito delle elezioni europee, fissate a maggio 2019”, conclude Ilaria Costantini dell’Etui.