La Cgil del Veneto "ritiene offensiva nei confronti delle donne l’iniziativa del fertility day lanciato dalla ministra Lorenzin". "Sembra infatti – si legge in una nota – che le cause della denatalità cui purtroppo stiamo assistendo in Italia siano da imputare a responsabilità soggettive delle coppie (in particolare delle donne) che 'non vorrebbero' figli, ignorando le condizioni oggettive in cui versano le generazioni più giovani, a partire dalla precarietà del lavoro, dai bassi redditi, dalle difficoltà abitative, dalla carenza di servizi per l’infanzia e sostegni alle lavoratrici madri".
"Sono questi i motivi della bassa fertilità e per rimuoverli non servono certo campagne dal sapore oscurantista, quanto politiche del lavoro e di welfare e norme volte a favorire la conciliazione su cui chiediamo un maggiore impegno del governo", osserva il sindacato.
"Tra i vari messaggi del fertility day colpisce lo slogan 'la fertilità è un bene comune', facendo così della fertilità una sorta di dovere pubblico anziché un fatto privato - quale invece è - espropriando le persone, e le donne in particolare, del diritto all’autodeterminazione ed alla maternità consapevole", insiste la nota.
"Riteniamo che questi messaggi debbano essere rimossi e che, se la ministra e il Governo vogliono fare iniziative utili per favorire la fertilità, tolgano i cartelloni ed operino per far funzionare le strutture e le leggi a favore dell’ autodeterminazione delle donne oltre che per sviluppare pratiche, quali la fecondazione eterologa, che possono aiutare le coppie in difficoltà a fare figli", conclude la nota.