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Due i tratti peculiari del progetto di formazione 2017-18 della Cgil Umbria: scopo precipuo, è lavorare in gruppo; secondariamente, attuare il piano in collaborazione con la Cgil Liguria.
“Premesso, che la nostra è un’attività di formazione molto intensa da sempre – spiega Giuliana Renelli, della segreteria Cgil Umbria –, quest’anno abbiamo messo a punto un programma innovativo, basato sulla collaborazione con la Cgil Liguria. Abbiamo intenzione di attuare una modalità diversa, che contempla per l’appunto l’obiettivo di lavorare insieme ad altri sindacati, nel nostro caso regionali. Cosa che nasce dalla volontà di far crescere un gruppo dirigente in grado di scambiarsi buone pratiche, gestire conflitti, collaborare, interagire e contaminarsi. Che abbia soprattutto la possibilità di affrontare la crisi sempre più grave con cui abbiamo a che fare. E in tal senso, la formazione aiuta”.
“Il progetto è il frutto di un lavoro svolto da Cristiana Ricci con il mio contributo. È un lavoro d’insieme, fatto con il coordinamento nazionale della formazione, che ha creato una rete importante, con risorse significative. Una collaborazione fra strutture è sempre basilare per fare gruppo. Facendo parte di un sindacato sempre più vasto e complesso, e di fronte a un mondo del lavoro che si rinnova, la potenza del gruppo è assolutamente fondamentale, c’è la necessità di creare un clima di benessere lavorativo, di formare gruppi e poi far sì che venga assicurata la loro funzionalità. Un’ottima organizzazione come la nostra si deve far carico del benessere delle persone, mettendo la gente in grado di esprimersi in situazioni di processo globale”, afferma Patrizia Venturini, del gruppo formatori Cgil nazionale e della Cgil umbra.
“Lavoriamo sulle dinamiche relazionali. Dunque, lavorare in gruppo per utilizzare le risorse interne. Nelle sue varie forme, il gruppo ha tanta professionalità. Non a caso, il corso si chiama ‘L’importanza di chiamarsi gruppo‘, proprio perché ha tale intento: costruire e valorizzare i singoli all’interno del gruppo per sviluppare il potenziale esecutivo straordinario. In tal modo, affronteremo l’arte di risolvere i problemi con l’utilizzo di alcune tecniche e tattiche di comunicazione, ma anche con tecniche vocali e oratorie. Con l’aiuto di un metodo didattico già utilizzato, che può facilitare l’apprendimento: ci saranno giochi di ruolo, lavori di gruppo, visione di filmati, simulazioni, tutti strumenti che possono agevolare la comunicazione in modo assertivo”, rivela Cristiana Ricci, responsabile formazione Cgil Genova e Liguria, oltrechè formatrice di professione.
“Trovo ottima la collaborazione tra due sindacati regionali. Si comincia ed è una bella esperienza. La Cgil investe fondi, risorse umane, tempo, informazioni, distogliendo il sindacalista dall’attività tradizionale della contrattazione, dicono alcuni, sbagliando. Perché la formazione è funzionale ad affrontare le crisi e anche la Cgil deve cambiare, così come cambia il lavoro. Siamo oggetto di attacchi furibondi sui social network. La formazione serve, perché tutto quello che abbiamo imparato a fare oggi è in via di cambiamento e siamo meno sicuri che funzioni ancora al 100%. E allora è meglio riprendere a studiare e ad apprendere”, specifica Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale.
“La formazione è rivolta ai dirigenti sindacali, ma ha anche l’obiettivo di relazionarsi ed entrare in comunicazione con gli altri per avere un ascolto più grande, con una maggior possibilità di penetrare in situazioni dove il sindacato è più distante, nell’ambito della gestione del conflitto e delle situazioni di crisi. Poi, abbiamo intenzione di fare tanta formazione rivolta ai lavoratori; sarà una formazione continua, perché le nuove linee di sviluppo implicano una formazione molto più mirata che in passato. Il nostro gruppo dirigente ha accolto bene l’idea di un corso finalizzato a imparare a fare squadra. È un corso innovativo e diverso dal passato, che mette in gioco le capacità dei singoli. Fin dall’inizio, lo abbiamo preparato con cura e abbiamo avuto una buona risposta da parte delle categorie. La ricaduta è stata piuttosto positiva e i sindacalisti che partecipano al programma mi sembrano ben motivati, e quindi ci aspettiamo un buon risultato finale”, osserva Renelli.
“Inoltre, due giornate saranno dedicate al fatto che la gente non partecipa più e che c’è troppo individualismo. Attraverso il nostro processo formativo, vorremmo capire come sono cambiati i processi, quali sono le crisi dei valori. Comunque, il progetto contempla una prima parte di capacità relazionali, una seconda di lavoro di gruppo, e una terza di accrescimento delle competenze più elevate, di fronte alla complessità delle relazioni. Il nostro percorso durerà oltre un anno, corredato da una didattica molto interattiva, basata sul sapere delle persone, quello di delegati e funzionari sindacali. Vogliamo lavorarci sopra e farli esprimere”, precisa Venturini.
“Saranno diciotto i partecipanti al corso, individuati dalle categorie e scelti fra i più giovani, utilizzando criteri anagrafici e d’incarico, essendo incluso anche lo Spi. Abbiamo messo un numero chiuso proprio per esercitare un tipo di metodologia didattica, che altrimenti non avrebbe avuto spazio, al fine di facilitare il formarsi di un gruppo. I giovani sono tutti molto motivati e preparati, e a loro volta hanno avanzato una serie di richieste: in particolare, vogliono conoscere di più la storia della Cgil. Perciò, ci sarà un mezzo modulo in più rispetto al previsto. Il programma si svolge secondo incontri mensili di due giornate per volta, da novembre 2017 a ottobre 2018. Sarà un anno d’incontri e formazione”, sostiene Ricci.
“Alla fine, il cambiamento interesserà tutta la Cgil, che è l’obiettivo primario di tutti i corsi di formazione che organizziamo sul territorio. Abbiamo capacità, risorse e modalità operative inespresse e potenziali, che in qualche modo la formazione aiuta a liberare e a mettere in gioco. In questo caso, abilità e capacità professionali di dirigenti e funzionari sindacali dell’Umbria sono una risorsa da scoprire. È come andare in miniera e scoprire delle cose che non si sapeva di avere, ma che c’erano. Nella nostra organizzazione il ricambio generazionale è costante, in molti territori il processo di rinnovamento è accelerato. L’esigenza è formare persone che hanno delle loro pratiche e farle crescere. E il gruppo dei formatori Cgil funziona. Il 24 e 25 ottobre si terrà un seminario sul piano formativo nazionale, con la partecipazione di Nino Baseotto, responsabile generale dell’organizzazione Cgil”, conclude Pelucchi.