"Il grave gesto di una donna disoccupata che si è data fuoco oggi nella sede dell'Inps di corso Giulio Cesare, a Torino, porta drammaticamente alla luce le difficoltà di chi, nella nostra città, continua a perdere il lavoro. Non solo le misure di protezione sociale sono state ridotte, ma le procedure - che rendono le persone un asettico numero di pratica - le lentezze burocratiche e la diminuzione del personale dell'Inps possono lasciare senza soldi per mesi coloro che ne hanno diritto". Così la Cgil di Torino in un comunicato.
"La signora Candido si era rivolta il 24 gennaio scorso al patronato Inca della Cgil, e solo il 12 giugno l'Inps ha accolto la sua domanda, senza però - ad oggi - avere ancora liquidato quanto dovuto. Non solo è stata licenziata, ma è stata anche costretta ad avviare una causa per recuperare il pagamento di stipendi arretrati e del Tfr. Invece di grandi proclami sulla riorganizzazione dell'Inps, sarebbe necessario dedicare tempo, risorse e persone, per rispondere alle necessità - in questo caso, di sopravvivenza - di chi è in difficoltà, smettendola con i tagli al personale ed alle sedi", continua la nota sindacale.
"Continuiamo la nostra battaglia contro la precarietà sul lavoro, per il rispetto dei diritti e della dignità di ogni lavoratore, per una riforma degli ammortizzatori sociali che sia in grado di dare risposte concrete nella situazione di crisi che stiamo attraversando, e siamo vicini alla signora Candido e alla sua famiglia".